Scrivere un racconto breve può essere davvero una sfida per un autore, del resto capita spesso di doverne scrivere per partecipare, per esempio, a dei concorsi. La difficoltà sta nel fatto che nello spazio di poche pagine bisogna sviluppare i personaggi, costruire la tensione fino a raggiungere un climax e risolvere il conflitto principale. Se un romanzo ha spazi narrativi più ampi da poter sfruttare per affascinare il lettore, un racconto gioca molto sull’intensità e sull’immediatezza. Da dove iniziare? Ecco qualche primo consiglio:
Concentrarsi su un dettaglio, invece che su un qualcosa di più esteso, potrebbe essere una buona strategia per iniziare un racconto. Lo spazio narrativo, infatti, non sarà molto e un dettaglio può diventare il tema portante, come appunto una cicatrice strana, un individuo sospetto e così via. Un racconto non deve necessariamente spiegare tutto, deve solo sviluppare un aspetto del tutto; non racconta l’intero vissuto di un personaggio, ma un evento, un episodio, un istante di intensità narrativa e drammatica unica. I racconti brevi, per loro stessa natura, tendono ad avere una portata più limitata rispetto a un romanzo, l’autore deve sempre tenerlo presente; non è, quindi, necessario arricchire con troppi dettagli le descrizioni, le relazioni, i personaggi che, tra l’altro, non devono essere molti, perché non ci sarebbe lo spazio per svilupparli e dare loro un senso. Gli scrittori di racconti brevi spesso trovano proficuo concentrarsi su un singolo personaggio, ambientazione o evento.
The Swimmer di John Cheever parla di un solo personaggio: un padre americano di periferia che decide di nuotare in tutte le piscine dei suoi vicini. Mentre The lottery di Shirley Jackson ha un intrigo più ampio, con relazioni tra più personaggi, eppure la storia si svolge nell’arco di un’ora nella piazza di una città. Limitandosi a pochi personaggi e a uno o due luoghi, sarà più facile evitare che la storia sfugga di mano. In generale, le esperienze della vita reale possono essere il primo punto di riferimento, aneddoti che potrebbero facilmente costituire la base di un racconto: una festa o a una cena in famiglia, una viaggio, un incontro, un animale domestico, un piccolo incidente. Ma attenzione, però, come detto più volte a un racconto breve non vanno applicate le strategie standard della scrittura di romanzi: tracciare ogni evento in modo intricato, creare profili dettagliati dei personaggi e, naturalmente, progettare faticosamente una struttura narrativa con un inizio, una parte centrale e una fine. Nel caso di un racconto breve, infatti, tutto ciò che serve è un personaggio principale ben sviluppato e uno o due eventi importanti al massimo.
I racconti brevi devono avere, però, un incidente scatenante e un climax, anche se lo sviluppo deve risultare più conciso. Come direbbe Kurt Vonnegut, gli scrittori dovrebbero mirare a iniziare un racconto breve «il più vicino possibile alla fine». Portando questo consiglio all’estremo, potreste iniziare la vostra storia in medias res, saltando tutte le esposizioni e iniziando nel bel mezzo dell’azione e mantenendo la tensione da lì in poi. L’azione è un ottimo modo per stabilire immediatamente una tensione che sostenga la storia. Non si tratta necessariamente di qualcosa di estremamente drammatico come un incidente d’auto (anche se può esserlo), ma di qualcosa di piccolo e semplice come perdere un autobus per una manciata di secondi, purché il lettore capisca che questa azione è in qualche modo insolita, perché ciò può creare la situazione narrativa ideale per il tumulto emotivo che si svilupperà. Un altro modo efficace di aprire una storia è quello di presentare al lettore un’immagine forte. Può essere la descrizione di un oggetto, di una persona o anche di un luogo: un’immagine ben disegnata ha la capacità di rimanere impressa nella mente.
La teoria dell’Iceberg di Hemingway si adatta bene ai racconti brevi. Come un iceberg, la maggior parte del quale è sotto la superficie, in un racconto breve il più deve essere dedotto attraverso poche frasi scritte con abilità. Invece di ricevere ogni singolo dettaglio, il lettore può riflettere da solo sul sottotesto e giungere alle proprie conclusioni. Ed è bene ricordare che non è la completezza delle informazioni che resterà impressa: non c’è niente di più deludente per un lettore di una narrazione ben scritta con un finale debole. Quando si arriva alla fine della storia, si può essere tentati chiudere in modo frettoloso, ma sarebbe un errore, soprattutto perché, come detto, la caratteristica di un racconto breve è l’intensità. Ci sono molti modi per concludere una storia, tuttavia i finali più avvincenti sono sempre quelli incentrati sui personaggi, su quello che hanno conquistato o perso, su quello che provano, sul loro destino.
interessante, però occhio ai refusi 🙂
Grazie, siamo intervenuti.