“Anagraficamente non ci è permesso rimanere piccini per sempre. Diventiamo adulti perché il mondo che ci circonda non è stato creato per farci rimanere piccoli. Ci ritroviamo ad essere grandi perché la vita è una ruota, e il giro che compie è medesimo per tutti, risultando così alla fine, obbligatorio.
Come ovviare a queste scelte obbligate?
La risposta è semplicissima.
Decidendo di rimanere fanciulli dentro fino a quando esaleremo il nostro ultimo respiro.”
Così scrive Martina Priviero sul suo sito-blog: Con il cuore sempre. Essendo una nostra autrice, noi le abbiamo fatto un’intervista. Eccola per voi.
Piccole donne della Alcot. Un libro meraviglioso e pieno di vita, tra l’altro racconta del sogno di diventare scrittrice di una delle protagoniste, Jo.
Correva l’ottobre del 2014.
Desideravo che le persone si emozionassero leggendo i miei scritti. Invidiavo la capacità degli autori di far smuovere in me forti sensazioni. L’autostima però era latente, così chiesi il parere di un amico fidato, ed egli mi rispose che se avessi redatto un libro, mi avrebbe stimata ancor di più. E così, mossa dalla sua fiducia, ho cominciato a scrivere su carta come un fiume in piena.
L’amore è ciò che più mi preme raccontare. Amo romanzarne la magia che esso crea, piegando anche il più scettico dei cuori.
Che con me l’editoria beneficia di originalità.
Sto lavorando a due opere in questo momento.
Una racconterà di Gabriele D’Annunzio spogliato dai soliti, e noiosi abiti di tombeur de femmes. Saranno le fragilità, le paure, e le insicurezze a vestirlo.
E l’altra, sulla quale mi sono buttata a capofitto, mi è stata consegnata dalle note di una canzone napoletana, ergo il protagonista indiscusso non può che essere l’amore, ambientato negli anni Cinquanta, tra Roma e Napoli.
Nel mio avvenire di scrittrice, mi auguro con tutto il cuore, di essere riconosciuta sempre di più, per questa mia dote che nutre l’anima, e l’intelletto, giorno dopo giorno.