Suspense d’autore: scrivere thriller

suspense

Una delle migliori definizioni di suspense (dall’espressione francese, en suspens, in sospeso) è quella di un assoluto maestro del thriller, Alfred Hitchcock, data a François Truffaut durante un’intervista (Il cinema secondo Hitchcock, Il Saggiatore, 2014):

«La differenza tra suspense e sorpresa è molto semplice e ne parlo spesso (…) Noi stiamo parlando, c’è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt’a un tratto: boom, l’esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena del tutto normale, priva d’interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l’anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all’una e sa che è l’una meno un quarto – c’è un orologio nella stanza -; la stessa conversazione insignificante diventa tutt’a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: “Non dovreste parlare di cose banali, c’è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all’altro”. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell’esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspense»

SUSPENSE: CUORE E MENTE

Emozioni e ansie

La suspense – sospensione –  è uno dei tratti caratteristici del thriller, e rappresenta narrativamente quell’attesa, quella tensione e quell’aspettativa, sia emotiva che cognitiva, legate al dipanarsi della storia di ambiente thriller. La suspense emotiva è generata dal senso di incertezza che pervade la storia e gioca sul livello emozionale, tenendo il lettore all’oscuro di quanto accadrà, pur avendo anticipato alcuni elementi (pochissimi) atti a generare delle aspettative che quasi sempre alimentano uno stato di paura. La suspense cognitiva, invece, è esattamente quella cui lo stesso H. si riferisce e si ottiene fornendo al lettore più informazioni di quante ne abbiano i personaggi, costringendolo a presagire pericoli e difficoltà laddove i protagonisti non possono. Ciò genera ansia e invita il lettore all’analisi dei fatti e delle possibili vie di fuga, impegnandolo nel ragionamento e nella decodifica della trama.

UNA DEFINIZIONE OPERATIVA

Gli elementi compositivi indispensabili

La suspense è una delle tecniche più utilizzate per generare aspettative, ansia e paura, dunque tensione narrativa, attraverso un attento equilibrio nell’uso delle informazioni, per questo è necessario sedersi a tavolino e progettare la trama in modo da poter dosare queste informazioni. Lo scopo di un thriller è suscitare forti emozioni, per questo un buon uso della suspense è indispensabile:

Stato di apprensione e di ansiosa attesa con cui si segue l’evolversi di situazioni, soprattutto di opere narrative, teatrali, cinematografiche e televisive, ricche di drammaticità e d’imprevisti e dall’esito incerto; anche, la situazione, il momento, di un film, di un racconto e simili, capaci di suscitare uno stato di ansiosa incertezza e di attesa spasmodica, di tenere con il fiato sospeso (fonte Treccani).

PARAMETRI COMPOSITIVI

Fra trama e personaggi

Descrizioni, dialoghi, personaggi vanno pensati e costruiti in modo da poter garantire queste condizioni; sono indispensabili una trama forte e ben architettata, con un evolversi imprevedibile della situazione, dei continui imprevisti e delle note di forte realismo. E proprio il realismo è uno dei parametri compositivi dominanti del thriller, ereditato direttamente dal giallo classico,  e riguarda la plausibilità delle storie, ambientate in situazioni (presenti, passate o future) realistiche. La domanda che deve guidarci è: «Ciò che sto raccontando potrebbe accadere veramente?», perché ciò renderà la storia più coinvolgente e perturbante: «[…] tutto ciò che potrebbe restare […] segreto, nascosto, e che è invece affiorato» (Schelling).
E ancora: il perduto e il ritrovato; la lotta fra un protagonista autorevole nel suo ambito (come un avvocato nel legal thriller) e un antagonista complesso e, a volte, terrificante, se non addirittura orrifico; la dimensione psicologica spesso prevalente; il senso di impotenza; le rivelazioni dissonanti e assordanti; la forza di uno stile determinato e che giochi su particolari sfumature di senso e significato; la difficile, a volte impossibile, vittoria; le luci e le ombre di ambientazioni spesso ostili ai protagonisti. Il Thriller, genere sottovalutato, richiede pratica e attenzione da parte degli scrittori.

RITMO ED EQUILIBRIO

Saper usare le informazioni

Il ritmo della narrazione dovrebbe essere sempre sostenuto, questo vuol dire che il giro di frase non dovrebbe scantonare troppo, non bisogna dilungarsi in digressioni e spiegazioni né tanto meno descrivere ciò che non serve allo sviluppo della storia. I dialoghi devono essere brillanti, sorvegliati (senza informazioni in eccesso) ben distribuiti e, soprattutto, contenere un ricco sottotesto, svelando l’indispensabile per tenere sempre alto il livello di tensione, almeno fino alle rivelazioni necessarie.

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