head hopping

Head hopping: sul punto di vista dei personaggi

Molti autori, soprattutto americani, si dividono fra  “hoppers” e “non-hoppers”, ma cosa si intende con head hopping? Tecnicamente è un cambio improvviso di “punto di vista” all’interno della stessa scena, il che modifica la percezione che il lettore ha della narrazione. Alcuni lettori trovano che sia straniante passare dalle percezioni e dai pensieri di un personaggio a un altro nel bel mezzo dell’azione; altri lo ritengono un semplice espediente narrativo, utile quando si vuole dare maggiore ritmo alla storia.
Come sempre, il giusto utilizzo di qualunque tecnica narrativa dovrebbe stare nell’equilibrio e nella consapevolezza. Se uno scrittore inizia a variare in modo disordinato e poco coerente il punto di vista, saltando (hopping) da un personaggio all’altro, rischia di spezzare l’intimità con il personaggio principale della scena e di costringere il lettore a domandarsi di chi si stia parlando. Confusione e variazioni immotivate non possono mai essere apprezzate dai lettori, specialmente da quelli più esperti e in grado di decodificare anche testi più complessi e articolati.

NARRATORE ONNISCIENTE ED HEAD HOPPING

Come regola generale possiamo dire che c’è sempre la possibilità di usare l’head hopping, ma bisogna prestare la dovuta attenzione e motivarlo con le giuste scelte narrative e stilistiche. Soprattutto, si tratta sempre di head hopping in singola scena? Ad esempio, in The Old Man and the Sea, Hemingway lo utilizza con una certa precisione e libertà:

Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un’altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all’albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand’era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.

In questo passaggio lo scrittore americano, con tutto il mestiere del caso, riesce a “saltare” dal vecchio al ragazzo, senza confondere il lettore. Bisogna tener conto che qui ci sono solo due personaggi, e che quindi è meno difficile che si ingeneri confusione pur variando la “visione” narrativa. Ma attenzione, Hemingway utilizza un narratore onnisciente, quindi già di per sé liberamente interno ed esterno al cerchio dei personaggi e con tutte le facoltà di “entrare nella testa” di questo o di quel protagonista. È proprio l’onniscienza in terza persona che permette allo scrittore di scrutare nella mente di chiunque a piacimento, al contrario di un narratore focalizzato in terza persona, ovvero un narratore che dall’inizio della storia sia sempre stato legato al punto di vista di un solo personaggio, e che dovrebbe, per logica narrativa, limitarsi ai pensieri di quel personaggio; o di un solo personaggio per scena. Nel passaggio sopra citato, lo scrittore ha il pieno controllo della scena: non entriamo a casaccio nelle teste dei personaggi, ma rimaniamo con lo stesso narratore che ci permette, essendo onnisciente, di conoscere i pensieri e le emozioni dei protagonisti.

COSA EVITARE

Quando scegliamo il punto di vista dobbiamo sempre tenere conto dell’effetto che vogliamo ottenere, del cosa vogliamo dire, del come vogliamo dirlo e del cosa vogliamo che il lettore sappia della storia. Per questo è importante tenere in considerazione che un head hopping poco opportuno, o non calibrato, porta con sé delle conseguenze raramente positive per l’impatto della storia:

  • cambiare continuamente punto di vista potrebbe rendere la storia meno coinvolgente;
  • la variazione continua di punto di vista aumenta la distanza emotiva lettore-protagonista;
  • un cambio poco misurato di punto di vista neutralizza in parte la suspense;
  • il continuo cambio di punto di vista, sempre all’interno della stessa scena, produce un senso di confusione;
  • il cambio di punto di vista all’interno della stessa scena rende meno autentica la narrazione, proprio perché allontana continuamente i lettori dal protagonista della scena stessa.

HEAD HOPPING: ESEMPI

Di seguito un esempio di falsa onniscienza o head hopping immotivato. Il passare dal punto di vista della segretaria a quello del direttore, all’interno della stessa scena, impedisce al lettore di focalizzarsi su uno dei due e rende vano qualunque aggancio emotivo:

«Buongiorno direttore» mormorò Lia, con l’aria di volesse essere da tutt’altra parte.
Quanto odiava quel lavoro d’ufficio e tutte le pratiche legali inevase che ogni giorno le toccava sbrigare perché qualcun altro non lo aveva fatto.
«Buongiorno Lia».
Lei lo guardò: si era rasato la barba alla perfezione, nulla da dire. Gli occhi scuri risaltavano di più.
«Tutto bene in famiglia?» gli domandò.
«Tutto bene» stava d’incanto con quel vestito rosso, era proprio una bella donna.
«Week end al mare?» chiese Lia.
Chissà perché le interessava tanto. Si grattò il mento: il dopo barba che aveva usato non era dei migliori e stava irritando la pelle.

INDICAZIONI UTILI PER FARE PRATICA CON PUNTO DI VISTA ED HEAD HOPPING

  1. Per esercitarti nella comprensione del punto di vista, esamina alcuni dei tuoi romanzi preferiti e leggi i primi due paragrafi. L’autore sta usando la terza persona limitata o la terza persona onnisciente?
  2. Fai un elenco dei romanzi che utilizzano un narratore limitato o onnisciente e prendi nota sul come stabiliscono il punto di vista.
  3. Rileggi i tuoi racconti, il tuo manoscritto, i tuoi testi narrativi e controlla le informazioni che vengono veicolate attraverso i vari punti di vista. E, soprattutto, controlla Se e quante volte cambi punto di vista all’interno della stessa scena, provando, nel caso, a ricalibrare meglio.
  4. Considera che all’interno della stessa scena possono esserci personaggi con punto di vista (in genere i protagonisti della scena) e personaggi senza punto di vista. Cerca di non usare i pensieri e le emozioni dei personaggi senza punto di vista, limitandoti al loro comportamento osservabile e udibile: movimenti, espressioni e gesti, battute di dialogo, espressioni vocali.

vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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