In Italia l’editoria è dominata dai grandi colossi che condizionano sia le vendite sia la scalata al successo di questo o di quello scrittore, e, qualcuno dice, che si siedano periodicamente attorno a un ovale per decidere a chi assegnare i blasonati premi letterari italiani: Strega, Campiello e Bancarella. Sono affermazioni malevole? Non è detto se consideriamo che i libri in lizza per i tre più importanti premi letterari italiani appartengono sempre, in massima parte, alle case editrici dei grandi Gruppi Editoriali:
Le otto montagne, di Paolo Cognetti (Einaudi), vincitore del Premio Strega ( Le otto montagne ha vinto il Premio Strega 2017 e il Premio Strega Giovani 2017)
La più amata, di Teresa Ciabatti (Mondadori), secondo classificato al Premio Strega
La locanda dell’ultima solitudine, di Alessandro Barbaglia (Mondadori), finalista al Bancarella
L’Arminuta, di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi), finalista al Campiello
Qualcosa sui Lehman, di Stefano Massini (Mondadori), finalista al Campiello
La notte ha la mia voce, di Alessandra Sarchi (Einaudi), finalista al Campiello
La città interiore (Nave di Teseo) di Mauro Covacich, Campiello
La ragazza selvaggia (Marsilio) di Laura Pugno, Campiello
Non diversa è la situazione con il premio Bancarella e dunque, allora, com’è che vanno le cose? Sicuramente questi scrittori hanno meritato il loro premio, ma di certo lo avrebbero raggiunto con maggiore difficoltà se non avessero avuto alle spalle un grosso gruppo editoriale e non è detto che non vi siano in giro scrittori più meritevoli, ma con meno forza promozionale.
E gli altri premi?
In Italia i premi letterari sono molti, anche se non tutti blasonati. La partecipazione a un concorso minore non può garantire la notorietà; in genere il premio si rifà a una pubblicazione o a una somma di denaro, tuttavia potrebbe essere un’ottima cosa essere segnalati per il valore dei propri scritti e la soddisfazione personale non è da mettere in secondo piano per uno scrittore. L’importante è cercare di non cadere nelle truffe dei “finti” concorsi che contemplano pubblicazioni dietro pagamento dell’autore; per questo è importante leggere bene il bando e verificare con cura chi siano i promotori, specie se il concorso è alla prima edizione.
Particolare attenzione va accordata alla questione dei diritti di autore, un bando serio ne indicherà sempre le modalità di cessione e a quale fine specifico. Infine non rallegriamoci troppo se vinciamo un concorso per essere inseriti in antologie di racconti, aspettiamo di valutare il risultato che, a volte, fa capire come non ci sia stata alcuna selezione, ma solo lo scopo di vendere copie agli stessi autori.