Quanto è utile riuscire a costruire una zona protetta in cui potersi dedicare alla scrittura? Ebbene, in certi casi potrebbe essere fondamentale per non smettere di scrivere. Lo dico per esperienza, perché in questi anni mi sono confrontata con tanti autori e perché io stessa ho vissuto questi passaggi chiave nella mia carriera. Una delle cause dell’aridità creativa è la mancanza di questo spazio – voluto, costruito e protetto – in cui chi desidera scrivere possa farlo senza distrazioni. Per costruire questo spazio protetto dobbiamo tenere conto del fatto che la scrittura sia un processo ricorsivo, ciò vuol dire che implica l’intervento a più riprese sul testo, con lo scopo di arrivare a un livello che l’autore possa considerare adatto e completo, rispetto al progetto di partenza. I passaggi più frequenti nella progettazione di una storia sono:
Ognuna di queste fasi ha bisogno del suo tempo e del suo spazio, può avvenire in modo assolutamente personale o in un cerchio di condivisione. Ma perché c’è bisogno di fasi ricorsive? Perché stiamo parlando di un’attività complessa, stratificata e multi-livello e, ogni volta che produciamo un testo, mettiamo in relazione tra loro una grande quantità di fattori interni (che riguardano il nostro rapporto con quello che scriviamo) ed elementi esterni (che riguardano il nostro rapporto con le fonti esterne della scrittura), alcuni espliciti (ne siamo consapevoli), altri impliciti (agiamo a livello inconscio). Scrivere non è istintivo, narrare è istintivo, ma scrivere non lo è, la scrittura è un modo per dare forma alla narrazione e ha i suoi metodi, le sue tecniche, le sue dinamiche che normalmente vanno acquisite, come qualunque altra disciplina (o arte, se arriviamo a certi livelli).
Non è possibile riuscire facilmente in questa piccola impresa, perché la scrittura contempla volontà e disciplina, tuttavia affrontando i passaggi uno alla volta e riflettendo sul come attuarli, le cose diventano molto più semplici e la zona protetta diventa una realtà e una condizione esistenziale di aiuto concreto al processo creativo:
Ognuno di noi ha un rituale, come una serie di ancore emotive, per accedere allo stato di scrittura perfetto, in cui tutto sembra funzionare, le parole affiorano alla mente e al cuore e prendono forma di frasi, paragrafi, capitoli, eccetera. In realtà siamo pieni di piccoli/grandi rituali per molte delle cose che facciamo, perché ci permettono di entrare e uscire dalle nostre attività giornaliere, solo che non ne siamo sempre consapevoli. Per capire quali sono i vostri rituali quando scrivete, dovete renderli consapevoli, per esempio ricordando le piccole cose che avete fatto prima di iniziare:
Cercate di fare caso al vostro comportamento rituale o anche semplicemente alle cose che fate più spesso quando percepite dentro di voi la voglia di scrivere. Soprattutto, cercate di individuare tutto ciò che vi distrae e vi porta altrove.
Molte persone iniziano a scrivere senza avere in mente un obiettivo: “Ora provo e vediamo cosa succede.” Questo porta a entrare e uscire dalla fase di concentrazione – e quindi dalla zona protetta – in cerca di idee, di percorsi, di alternative, e così quel che fino a qualche istante prima andava bene e sembrava una grande idea, improvvisamente ha perso spessore e non convince più. Ricordate sempre che avere un obiettivo chiaro aiuta la concentrazione.
Un ambiente non adatto alla scrittura (al vostro specifico modo di scrivere) avrà delle implicazioni psicologiche negative sul flusso creativo. Per alcuni la confusione non è un problema, per altri sì; per alcuni il silenzio è scoraggiante, per altri è indispensabile. Che sia la vostra casa, il giardino, uno stanzino nel vostro luogo di lavoro in cui potervi rinchiudere durante le pause, è importante che voi troviate il vostro “luogo protetto” e più adatto a esprimere la vostra vena creativa. Tenete conto del fatto che più questo luogo sarà al di fuori delle vostre attività quotidiane e più potrà essere efficace; deve diventare il vostro luogo rituale, ma non deve per forza essere un ambiente di routine quotidiana, in cui svolgete altre attività rituali ma non creative, perché tentare di scrivere in ambienti normali e quotidiani potrebbe portarvi su pensieri quotidiani e distraenti.
Usate la zona protetta anche per leggere quello che i grandi autori hanno scritto. Attenzione, non abituatevi alla tecnica del ricalco, non usate quello che hanno scritto gli altri per copiarne lo stile, la retorica, le storie, i dialoghi perché alla lunga questo vi porterà a smarrire voi stessi e la vostra vena creativa. Lasciatevi piuttosto ispirare in modo da creare qualcosa di nuovo ed originale.
Prima di tutto rilassatevi, non imponetevi marce forzate o scrittura di decine di pagine: meglio obiettivi piccoli ma raggiungibili che scalate esagerate. La vostra zona protetta non deve diventare un luogo di ansia e depressione, altrimenti finirà che non vorrete più entrarci o, addirittura, si trasformerà in un frustrante luogo di aridità creativa. Trovate qualcosa che possa farvi sentire a vostro agio: accendete una candela profumata, lasciate un po’ di musica in sottofondo, stendetevi su un tappeto e rilassatevi. Mettetevi in comunicazione con le vostre intenzioni creative e iniziate quando vi sentite pronti, senza fretta (certo compatibilmente con gli impegni e il tempo che avete deciso di dedicare all’attività di scrittura).
Quando entrate nella zona protetta liberatevi di tutto il resto, lasciate indietro qualunque altra cosa, staccate il telefono, non guardate i social, non pensate allo shopping o a quello che dovete mangiare a cena. Siate liberi, concedetevi una libertà piena e assoluta da qualunque altra cosa, pensiero, relazione. La scrittura è relazione con voi stessi, con la storia, con i personaggi e con i lettori ideali.
Imparate a riconoscere i vostri ritmi creative, le vostre fasi ricorsive, i vostri bisogni. La bella scrittura non dipende da misteriose componenti esterne, siete voi a determinarne la qualità e il valore! Stiamo parlando di uno stato emotivo, psicologico e fisico che sta a voi preservare e mantenere attivo vostra zona protetta. Si tratta di volontà, non di capricci di un’ispirazione ballerina ed esterna. Abbiate il controllo della situazione e non mollate mai le redini.
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