Scrivere non è facile, non lo è mai stato e non lo sarà mai, nemmeno usando delle chat generative. Ci sono momenti in cui le parole sembrano svanire nel vuoto, le idee non compongono trame, le frasi sbiadiscono, le immagini prefigurative non abitano più la mente. È come se il flusso di idee si fosse prosciugato, lasciandoci intrappolati in un deserto senza fine di pagine bianche e pensieri spezzati. Perché? L’aridità creativa è un ostacolo comune e ci sono modi per superarla e tornare a scrivere, anche se questo, a volte, richiede un cambio di punto di vista.
MOTIVI STRUTTURALI E SOCIALI
L’aridità a volte più essere esterna e non interiore. Per esempio, alcuni studi testimoniano un impoverimento del linguaggio, un’incapacità di comprendere,, una tendenza alla sintesi spinta all’eccesso (pensiamo ai social). Non dipende da quanti libri leggiamo in un anno, la bulimia nella lettura non è affatto utile ad affrancare il linguaggio e ad arricchire il lessico. Qualunque comportamento compulsivo denota un disequilibrio, anche la lettura: leggere fino a notte fonda senza riposare, leggere in modo ossessivo perché va necessariamente chiuso un capitolo, divorare parole fino a provare un senso di nausea. C’è anche chi non mangia e non dorme per poter leggere. Abbuffarsi di libri non è sano tanto quanto non lo è eccedere in qualunque altra cosa, eppure oggi esiste una specie di stigma sociale verso chi non legge abbastanza, non recensisce, non parla di libri o degli ultimi romanzi in voga. Dobbiamo tener presente che percepire la pressione sociale in quello che si fa (ivi compreso lo scrivere e il leggere) può incidere sul rapporto che abbiamo con queste attività. Se è vero che uno scrittore professionista scrive molto e in modo continuato, e che questo può essere un buon allenamento, è anche vero che un professionista impara prima di tutto a gestire fisicamente e psicologicamente la propria attività; o dovrebbe. Quindi, finché la nostra scrittura non ha un bisogno professionale, proviamo a viverla con leggerezza e libertà, senza sentirci sotto pressione per pubblicazioni ritardate o tabelle di marcia non rispettate, piuttosto impegniamoci in obiettivi raggiungibili, aumentando piano piano la richiesta che facciamo a noi stessi.
ACCETTARE I MOMENTI DI ARIDITÀ
Prima di tutto, è importante riconoscere e accettare l’aridità creativa e capire che non è una condanna definitiva, ma piuttosto un periodo transitorio, accettarlo può alleviare la pressione e permetterci di affrontarlo con maggiore chiarezza mentale. Nel frattempo, proviamo a sperimentare nuove fonti d’ispirazione:
- Leggere libri di generi differenti
- Guardare film
- Ascoltare musica
- Fare lunghe passeggiate
- Passare del tempo con gli altri
- Godere di ciò che si ha e smettere di pensare a quello che non si riesce ancora a ottenere
- Programmare con calma l’attività di scrittura
- Fare semplicemente altro
TORNARE ALLA FONTE DELLA PASSIONE
Ricordare perché abbiamo iniziato a scrivere può essere un potentissimo antidoto contro l’aridità creativa e si può iniziare con delle domande:
- Cosa ci ha spinto a scrivere?
- Cosa abbiamo già scritto?
- Per chi abbiamo scritto?
- Chi ha letto quello che abbiamo scritto?
ESPLORARE IL BLOCCO CREATIVO
L’aridità può essere un passaggio fisiologico o il segnale che qualcosa non va nel processo creativo. Insistere con la scrittura a volte risolve, ma non sempre, altre volte la frustrazione del non riuscire alimenta il blocco. Prendersi del tempo per esplorare le radici del problema vuol dire analizzare il proprio malumore, ascoltarsi. Il blocco potrebbe essere dovuto allo stress, alla mancanza di fiducia in se stessi, alla paura del fallimento o a molteplici altri fattori. Identificare la causa può aiutare ad affrontarlo in modo più efficace.
Riprendere la Scrittura con Piccoli Passi
Quando ci sentiamo prigionieri dell’aridità creativa, la prospettiva di scrivere può sembrare opprimente, soprattutto partendo con il presupposto che si debba arrivare fino alla fine, completando un intero romanzo. Invece, è bene ricominciare con piccoli passi, scrivere per brevi periodi ogni giorno, concentrarsi su esercizi di scrittura creativa, journaling o semplici esercizi di brainstorming. L’importante è tornare a mettere le parole su carta, indipendentemente da quanto siano significative o insignificanti.
IL RAPPORTO CON GLI ALTRI
La scrittura è un’attività solitaria, ha ricordato anche Stephen King, per questo parlarne con altri scrittori o con un coach può essere incredibilmente utile durante i momenti di aridità. Condividere le esperienze con qualcuno che capisca può offrire una prospettiva diversa e far sentire meno il peso della “solitudine”. Inoltre, ricevere feedback costruttivi può aiutare a identificare aree di miglioramento e riacquistare fiducia nelle proprie capacità. È bene sempre ricordare quanto sia fondamentale essere pazienti con noi stessi durante i periodi difficili, oltretutto la scrittura è un processo lungo e complesso, accettare che ci saranno momenti di blocco e che è normale sentirsi frustrati o scoraggiati è un passo importante per viverlo con serenità e senza ansia. Con il tempo e la pratica costante, l’aridità creativa si dissolverà e le parole torneranno a brillare, se questo è il nostro destino.
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