Il luogo in cui leggiamo e scriviamo influisce su come leggiamo e scriviamo, e alimenta desiderio, piacere, concentrazione.
Si tratta del contesto, anche sociale, nel quale sviluppiamo la scrittura e impariamo a leggere, e per imparare a leggere non si intende l’atto meccanico della lettura, bensì lo sviluppo di quanto abbiamo appena elencato: desiderio, piacere, concentrazione.
Ogni volta che scriviamo un certo tipo di testo, di romanzo, di racconto dovremmo fermarci e porre a noi stessi una domanda apparentemente banale, in realtà centrale per alimentare il flusso creativo e il desiderio di scrivere: perché sto scrivendo questo? Qualsiasi scelta, sia nella scrittura che nella lettura, è influenzata da una molteplicità di fattori, ma è importante capire i nostri perché, in modo da non perdere il desiderio di scrivere. Se quello che scriviamo realizza solo un bisogno, la scrittura potrebbe spegnersi nel momento in cui questo bisogno verrà soddisfatto, non necessariamente portando a compimento la storia, insomma, dando un finale alla vicenda; ma se la scrittura è legata a un progetto interiore più complesso, allora è probabile che non smetteremo mai di scrivere.
Qualsiasi scrittura/lettura ha come punto di partenza una selezione: ogni volta che leggiamo, per esempio, operiamo una selezione fra ciò che abbiamo a disposizione. Domandiamoci prima di tutto cosa ci guida nella scelta, ciò che influisce nelle scelte di lettura ci può aiutare anche nella scrittura. Scrittura e lettura dovrebbero dare un senso di accessibilità alla vita, non si tratta solo di comprendere meglio la realtà, anzi, a volte non troviamo risposte definitive in quel che scriviamo o leggiamo, ma la vita diventa più accessibile nei suoi significati e nei suoi livelli anche profondi.
Molti studi in ambito neurologico dimostrano che qualsiasi lettura produce in chi legge una risposta: piacere, gioia, emozione, interesse, divertimento. Due, fra queste, si ripetono in modo simile in tutti i lettori, ovvero il desiderio di ripetere l’esperienza e il desiderio di condividere con gli altri questa esperienza, raccontando dei libri che l’hanno suscitata. La scrittura risponde a requisiti simili: se uno scrittore non fa più esperienza di desiderio, piacere e volontà di condividere quel che narra, allora è molto probabile che il suo progetto non andrà avanti e il tutto si bloccherà in un flusso interrotto, il che creerà frustrazione e allontanamento. Come fare dunque? Cambiamo e cerchiamo nuove strade, prima di abbandonare del tutto, a volte si tratta di cercare una storia che possa sviluppare davvero il nostro progetto interiore. Quando leggiamo entriamo in confidenza con la storia, i personaggi perlopiù, e con l’autore; quindi impariamo a conoscere meglio noi stessi. Quando scriviamo, dobbiamo entrare in confidenza con noi stessi, prima di tutto, e poi con i personaggi, la storia, i lettori… La familiarità con ciò che leggiamo e scriviamo è una chiave di volta per continuare a leggere e a scrivere, per cui non allontaniamoci mai troppo da quel che scriviamo, per non rischiare di perdere questa familiarità.