L’obiettivo di uno scrittore ovviamente è scrivere una storia, ma scrivere una storia non è soltanto raccontare degli eventi in successione (fabula) incardinandoli in una trama quasi sempre non lineare (intreccio), nel processo di scrittura sono comprese anche tutte quelle fasi che conducono alla stesura del romanzo/racconto. Sul blocco di questo flusso si è detto tanto e scritto moltissimo, i blog per aspiranti autori, per esempio, offrono consigli di ogni tipo per poter andare oltre e iniziare o ricominciare a produrre un testo soddisfacente: fare ordine nei pensieri, redarre scalette, parlare con qualcuno, ritirarsi in montagna e così via. Tuttavia, il punto di vista potrebbe essere anche un altro e invece di “blocco”, che ha una chiara accezione negativa, possiamo accedere a un’altra visione che è quella di “attivazione”, ovvero il processo creativo non è bloccato, bensì non è ancora iniziato e va attivato.
NON SBLOCCARE, BENSÌ ATTIVARE
Per un diverso approccio
L’attivazione del processo di scrittura è una tecnica molto interessante proposta all’interno del Writing and Reading Workshop (WRW), metodo americano di indubbia concretezza, ormai approdato anche in Italia con tutto il boom editoriale del caso, poiché ben si presta alla strutturazione di scuole di scrittura e corsi specializzati, ma anche al radicarsi di una nuova didattica della scrittura nelle scuole. Gli attivatori, dunque, sono quegli elementi che possono attivare delle abilità nascoste, delle percezioni, delle idee giacenti, ma a volte del tutto inconsce; attivano dei meccanismi mentali che possono condurre, se ben usati, allo sviluppo di percorsi narrativi utili alla stesura del romanzo. A questi attivatori si può far ricorso non solo all’inizio della progettazione del romanzo/racconto, ma anche durante le varie fasi di stesura, in modo da essere sempre sostenuti dalla tecnica laddove il “blocco dello scrittore” rischia di diventare minaccioso.
GLI ATTIVATORI
Conoscerli e usarli
Il metodo WRW individua diversi tipi di attivatori:
- grafici: immagini, disegni, video;
- verbali: liste di parole, scalette, analisi interiore, conversazioni, ascolto e lettura di testi scritti, scrittura interiore;
- riscrittura e ricalchi: lettura e riscrittura personale di brani, poesie, pagine scelte di romanzo;
- Quick write: scrittura libera, preferibilmente a mano, incentrata sulla fase creativa e non revisiva.
USARE L’ISPIRAZIONE
Un cambio di prospettiva
Quel che è utile, operativamente, è quindi tentare di “attivare il processo creativo” facendo ricorso a uno o a tutti questi attivatori, individuati come principali, ma possono essercene altri, poiché è il principio che conta, ovvero il trovare la spinta che metta in moto il flusso narrativo. L’idea è che l’ispirazione diventi un qualcosa cui un autore possa ricorrere quando ne ha bisogno, imparando a gestirla e non a subirla. L’immagine dello scrittore artista, vittima del proprio estro, è solo un’interpretazione che può essere utile, senza dubbio, ma non dovrebbe dominare l’immaginario di un professionista della scrittura. L’ispirazione non potrà mai essere del tutto imbrigliata, ma si può sempre provare a suscitarla.
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