Nel mondo emotivamente iper-dinamico della scrittura, la revisione è spesso percepita come un compito arduo e talvolta scoraggiante, eppure gli scrittori con esperienza sanno che questo processo può trasformarsi in una fase quasi meditativa, un viaggio di scoperta e miglioramento continuo, tanto del singolo testo quanto dell’approccio alla scrittura nella sua interezza. Per questo bisogna considerare che la revisione non è solo un atto di correzione, è un dialogo silenzioso con il nostro lavoro, una conversazione che richiede pazienza, riflessione e, soprattutto, calma emotiva:
Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere.
Susanna Tamaro
Prima di tutto, la revisione è una fase in cui mettere in pausa la frenesia del flusso creativo e guardare al testo con occhi completamente diversi, magari più severi, sicuramente più attenti. La calma emotiva negli autori è traducibile con un certo distacco dalla storia e dai personaggi, che permette di individuare le incoerenze, le ripetizioni e le sfumature bisognose di aggiustamenti. La nostra visione del romanzo (o racconto o altro testo) deve essere il più possibile chiara e quando il nostro legame con il testo è ancora troppo “caldo”, e siamo emotivamente turbati dall’aver portato a termine il lavoro (o dal non riuscire a proseguire), le nostre percezioni possono essere distorte. La calma emotiva ci permette di distaccarci, di vedere il testo non come una parte di noi stessi, ma come un’entità separata che può essere modellata e migliorata, individuando le aree che necessitano di revisione senza sentirsi personalmente attaccati o mettersi sulla difensiva, anche rispetto a eventuali interventi esterni.
Scrivi, scrivi, scrivi. Impara facendo, facendo errori e scoprendo cosa non funziona.
– Jeffrey Carver
La fase di revisione richiede un equilibrio tra critica e creatività, badate, si tratta di un equilibrio difficilissimo da raggiungere, ma è assolutamente indispensabile, anzi, è un concetto fondamentale nella “produzione” artistica in generale. Preservare questo equilibrio significa mantenere un giusto dosaggio tra la capacità di valutare il proprio lavoro in modo obiettivo (critica) e la capacità di generare nuove idee e soluzioni creative (creatività).
Un’eccessiva autocritica può soffocare la creatività, portando a blocchi dello scrittore e a una paralisi analitica, se si diventa ipercritici si perde la capacità di vedere il potenziale del proprio lavoro, ma troppa creatività senza un adeguato controllo critico può portare a un lavoro di revisione disorganizzato e inefficace.
Alternare fasi di scrittura creativa e revisione critica, per esempio dedicando una sessione alla generazione libera di idee e una successiva alla revisione analitica, perché entrambe le fasi sono essenziali e complementari.
Incorporare feedback da altre persone per ottenere una prospettiva esterna che possa aiutare a bilanciare critica e creatività, perché gli altri possono notare punti di forza e debolezza che a noi potrebbero sfuggire.
Prendersi pause tra le fasi di scrittura e revisione per rinfrescare la mente, perché questo permette di ritornare al lavoro con una prospettiva nuova e bilanciata.
Immaginate di scrivere un racconto breve: durante la fase creativa, potreste lasciarvi andare all’immaginazione, esplorando personaggi, ambientazioni e trame senza badare troppo alla forma, ma una volta completata una bozza, si entra nella fase della critica, analizzando la coerenza della trama, la profondità dei personaggi e la qualità del linguaggio. Se vi accorgete che un personaggio non funziona, potete tornare alla fase creativa per reinventarlo, e così via, in un ciclo continuo di creazione e raffinamento, senza farsi prendere dall’ansia ipercritica o dall’eccessiva indulgenza.
Credo più nelle forbici che nella penna.
– Truman Capote
La revisione è un processo che richiede tempo e pazienza, e spesso la fretta può portarci a prendere decisioni affrettate che non giovano al nostro lavoro. La calma emotiva ci insegna a essere pazienti, a prendere il tempo necessario per leggere, riflettere e riscrivere. Con pazienza, possiamo esplorare ogni angolo del nostro testo, assicurandoci che ogni parola serva al suo scopo e che ogni parte contribuisca al tutto. Non trascurate il fatto che accettare che il nostro lavoro iniziale possa non essere perfetto richiede una certa forza emotiva, ma tenete sempre a mente che la revisione è una tappa del percorso, un’esperienza utile nel “mestiere di scrivere”.
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