Il parsing è l’analisi sintattica della frase, per cui a ogni parola e segno grafico (punteggiatura) viene assegnato uno specifico valore, ovvero una categoria grammaticale e un significato. Fare parsing, dunque, vuol dire ricondurre ogni elemento della frase alla sua esatta funzione, per essere certi che la decodifica finale del testo da parte del lettore sia il più vicina possibile alle intenzioni dello scrittore. Parliamo di una tecnica di revisione e correzione di alto livello, evidentemente, ma può essere molto utile per rendere ancora più efficace il testo, nella sua primaria funzione di «contenitore di messaggi». Qualunque narrazione, per quanto complessa, articolata, elaborata oppure, al contrario, semplice, lineare, colloquiale veicola informazioni e codifica un messaggio che il lettore decodifica leggendo. Se la struttura che contiene queste informazioni – qui intendiamo la frase – è ben progettata, gli errori di interpretazione diminuiscono per forza di cose; se, invece, la struttura è ambigua, allora non è detto che il messaggio arrivi come dovrebbe.
UN PARSING SEMPLIFICATO
Le unità più piccole della lingua sono le parole e, ovviamente, un autore ha la possibilità di scegliere tra più parole, in modo da formare strutture linguistiche equivalenti dal punto di vista dell’informazione posseduta al momento della scelta. Però non tutte le scelte possono rivelarsi giuste e non tutte le strutture linguistiche hanno le stesse prerogative o comunicano nello stesso modo. Dunque il parsing definisce prima di tutto l’informazione primaria: cosa vogliamo comunicare al lettore, quale informazione gli stiamo dando in merito alla trama, al personaggio, all’ambientazione, alle circostanze storiche e così via. La prima cosa da fare, quindi, è capire se l’informazione chiave c’è e se viene comunicata senza ambiguità. Se la frase (o il periodo) è ambiguo e non funziona, allora possiamo provare a fare parsing il che vuol dire che dobbiamo assegnare a ogni elemento della frase il suo valore e significato sia in termini grammaticali (perché forse la frase è sbagliata dal punto di vista grammaticale) sia in termini stilistici (perché si tratta pur sempre di un testo narrativo).
LA PADRONANZA GRAMMATICALE COME BASE
Dobbiamo andare a recuperare concetti importanti – soggetto, verbo, aggettivo, eccetera – e scomporre la frase, dando a ogni elemento il suo nome, questo per capire se c’è qualcosa che non funziona, forse per la posizione sbagliata, magari per questioni di sovrabbondanza (troppi aggettivi o avverbi, per esempio) e così via. Ovviamente la nostra è una semplificazione, poiché il parsing linguistico, che costruisce delle strutture ad albero con tutti gli elementi della frase, è una tecnica che richiede una profonda padronanza della grammatica e delle parti del discorso, tuttavia scomporre le frasi, anche in modo semplice, può essere molto utile soprattutto per trovare delle alternative alle parole scelte e alla forma stessa della frase perché la lettura non sia ambigua o troppo complicata, pur nella ricerca di uno stile particolare e univoco. Se usiamo molti incisi, per esempio, il parsing li renderà evidenti, così come gli eccessi di aggettivi e avverbi che, spesso, allontanano il soggetto dal verbo.
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Cara Vania,
mentre io trovo eccessivo, ed estraneo e conrario alla natura della lingua italiana ricorrere allo schwa “per essere inclusivi”,
però, tu, per favore,
potresti disfarti delle remore che ti frenano dal dirti “valutatrice”, in
<> = in questo tuo sito, e nei prossimi tuoi scritti?
Daiii!
Se sei scritt-rice, puoi anche essere valutat-rice !!!
Grazie
Alberto