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La punteggiatura creativa nel romanzo

«La punteggiatura (o interpunzione) è l’insieme dei segni convenzionali che serve a scandire il testo scritto e, in secondo luogo, a riprodurre le intonazioni espressive del parlato» questa è la definizione che ne dà la Treccani, e val la pena sottolineare l’informazione più importante che ne emerge: la punteggiatura non serve solo per codificare gli elementi del linguaggio parlato. Quando parliamo ritmo e intonazione sostengono il discorso e il significato, e aiutano chi ascolta a comprendere il senso di quanto viene detto. Quando scriviamo ritmo e intonazione sono sostituiti dalla punteggiatura, che in pratica è una sorta di surrogato di ritmo e intonazione. Ma non è solo questo.

ESEMPI DI SEGNI ENFATICI O INTONATIVI

Facciamo l’esempio del punto esclamativo (!) che viene utilizzato in frasi imperative (Fa’ come ti ho detto!), in frasi enfatiche (L’ha detto lei, mica io!), in frasi esclamative (Che paura!), in frasi desiderative (Magari fosse così!). In pratica questo segno di interpunzione interpreta un determinato modo di “dire” quelle parole. Stesso discorso si può fare per altri segni, come il punto interrogativo (?) e i puntini di sospensione (…). Discorso un po’ diverso va fatto per la virgola (,) usata spesso a sproposito come pausa intonativa, in realtà non corrisponde a nessuna paura nel parlato.

STILI DIVERSI NEL PUNTEGGIARE

Quando scriviamo usiamo la punteggiatura in piccola parte per tradurre l’intonazione, in larga parte per dare un particolare significato, senso, valore a ciò che scriviamo e quest’ultima è, per l’appunto, la parte più creativa dell’uso della punteggiatura. Pensiamo per esempio proprio alla piccola virgola (,) e nello specifico consideriamo che esistono stili che tendono a ridurla, cancellandone quasi del tutto la presenza (minimalisti), e altri che sovrabbondano, iperpunteggiando e inserendo virgole dove normalmente non servirebbero (massimalisti), o usando molti punti fermi (.) per enfatizzare, ritmare, scandire, rischiando a volte di produrre un testo in cui il lettore deve fermarsi continuamente incappando in un punteggiato serrato e nervoso.

CORRETTEZZA E CREATIVITÀ

Usando la punteggiatura in un certo modo lo scrittore non si fa solo interprete del linguaggio parlato, non traduce esclusivamente delle intonazioni o delle pause, piuttosto guida il lettore nella giusta interpretazione, quella che lui stesso vuole che emerga dalla lettura. Se le regole base sono quelle di essere sintatticamente corretti, usando la punteggiatura in modo grammaticale ed evitando errori, e di essere coerenti ovvero di applicare in modo continuo certe scelte, come gli avverbi chiusi o non chiusi da virgole, sicuramente è altrettanto importante usare i segni di interpunzione in modo che la narrazione progredisca verso la giusta interpretazione, che le frasi non siano ambigue, che il lettore non debba fare fatica a comprendere o a leggere. La punteggiatura narrativa – e dunque creativa – è più flessibile (o meglio sarebbe dire meno inflessibile), ma questa flessibilità è sempre al servizio della storia e non deve diventare un elemento preponderante. Usare una sovrabbondanza di punti e virgole per apparire “particolari” può risultare interessante, ma anche incomprensibile per il lettore che vuole leggere una storia, non ammirare un uso rivoluzionario delle virgole o dei punti.

ESEMPI DI PUNTEGGIATURA NARRATIVA

I migliori esempi di punteggiatura creativa sono sicuramente nei romanzi ben scritti, raramente nei best seller da cartellone, più spesso nei classici o nei romanzi che puntano più alla qualità e al valore letterario che alle richieste del mercato. Ecco l’incipit de Il Richiamo Di Cthulhu di Howard P. Lovecraft:

Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo sia l’incapacità della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell’infinito, e non era destino che navigassimo lontano. Le scienze, ciascuna tesa nella propria direzione, ci hanno finora nuociuto ben poco; ma, un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà visioni talmente terrificanti della realtà, e della nostra spaventosa posizione in essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo.

Balza subito all’occhio che non c’è eccesso di punti o virgole e quelli che ci sono riescono a dare equilibrio alla lunghezza delle frasi. Il periodo di ingresso va via tutto d’un fiato, ed entra nella testa del lettore improvviso e rapido; quindi lo scrittore inserisce virgole che racchiudono frasi che diventano isole di significato e proseguono senza fretta, dando modo di pensare, assaggiare, immaginare delle pause, correlare le informazioni.  

Ecco come punteggia, invece, Stephen King in Carrie, considerando che King deve molto a Lovercraft in quanto a stile e ispirazione:

Nessuna delle ragazze fu realmente sorpresa quando accadde: non realmente, non nel subconscio, dove allignano le cose oscure. In superficie, le ragazze nella sala docce erano eccitate, sconvolte, indignate, disgustate, o semplicemente contente che quella merdosa della White l’avesse presa in quel posto un’altra volta. Qualcuna dichiarò più tardi di esser stata sorpresa: ma non era vero, naturalmente. Alcune erano state compagne di classe di Carrie fin dalla prima, e tutto era cominciato già da allora, ed era poi cresciuto, lentamente e costantemente cresciuto secondo le leggi che governano la natura umana, con l’ineluttabilità di una reazione a catena, fino al punto di esplosione. Quello che nessuna di loro sapeva, ovviamente, era che Carrie White era telecinetica.

La punteggiatura appare subito più nervosa, ritmata, volta a creare ansia. I due punti in apertura creano una certa aspettativa, poi ci sono successioni magistrali di virgole che diventano gradini per il crescendo di aggettivi. Insomma, gli esempi sono molti, noi suggeriamo, come sempre, di leggere i Grandi per scoprire i segreti della punteggiatura, soprattutto perché saper punteggiare è fondamentale per distinguersi nel marasma di pubblicazioni contemporanee.

 

Leggi anche La punteggiatura: il segno dello scrittore

vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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