È ben noto che molti scrittori si sono “preoccupati” di dare consigli a giovani esordienti, ma anche a colleghi. Un tempo i salotti culturali erano spesso legati all’idea di trasmettere le esperienze comuni, raccontarsi e raccontare di progetti narrativi, culturali e via dicendo. Inoltre, un tempo gli intellettuali erano spesso dissidenti e il loro riunirsi assumeva un valore di “resistenza”, mentre oggi la gran parte degli intellettuali e degli scrittori è allineata alla comunicazione ufficiale. Ad ogni modo, al di là di queste doverose precisazioni, ecco alcuni dei consigli di scrittori per gli scrittori; consigli che possono diventare anche ottimi spunti per costruire un percorso solido, incentrato sul “mestiere di scrivere”.
Elmore Leonard: “Mai iniziare un libro parlando del tempo. Se è solo per creare atmosfera […] Il lettore è pronto a saltare le pagine per cercare le persone.”
Questo consiglio è molto importante, perché attiene al senso della storia: perché leggiamo? Non per immergerci in particolari atmosfere, o non solo per questo, ma anche e soprattutto per incontrare coloro che rendono “vivibili” quelle atmosfere, ovvero i personaggi. Non leggiamo perché le descrizioni sono belle, leggiamo per incontrare “persone”.
Umberto Eco: “Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.”
Ciascuno di noi tende a scrivere di quel che conosce o che legge, per questo spesso scriviamo come gli autori che amiamo, questo ci porta, talvolta, a utilizzare frasi fatte o già sentite, magari perché lette tante volte nei romanzi che più abbiamo apprezzato. Ancora di più, tutto questo diventa un problema quando replichiamo addirittura degli stereotipi banali, segno di una scarsa cura dello stile.
Ernest Hemingway: “Ricorda che la prosa è architettura, non decorazione di interni”.
La cura del testo, dello stile, della forma sono importanti, ma non devono diventarlo più della storia. Se siamo concentrati più sullo stupire gli altri che sul raccontare loro qualcosa, allora stiamo solo decorando una scatola vuota.
P.D. James: “Scrivi quello che senti di dover scrivere, non quello che è popolare o che pensi possa vendere.”
Le “mode” editoriali rendono i libri meri oggetti di consumo, un vero scrittore dovrebbe cercare di rimanere al di fuori delle sole logiche di mercato, pur cercando di conoscerle. Ovviamente è importante scrivere qualcosa che si possa anche vendere (soprattutto se si intende pubblicare con un editore), ma questo non vuol dire che dobbiamo piagarci alla logica del “ne parlo anch’io perché ne parlano tutti.”
William Wordsworth: “Riempi il tuo foglio coi respiri del tuo cuore.”
Emozionare ed emozionarsi, questo è il segreto della narrazione. Come detto, un lettore non si avventura e resta in un romanzo perché è scritto in modo perfetto, bensì perché è scritto nel modo giusto, cioé perché crea una relazione fra l’inconscio dei lettori e quello dei personaggi.
Richard Harding Davis: “Il segreto di una buona scrittura è dire una cosa vecchia in un modo nuovo o dire una cosa nuova in un modo vecchio.”
Cos’è davvero l’originalità? Non certo il voler stupire i lettori con cose mai sentite e mai viste in termini di “effetti speciali” narrativi. Per raccontare una storia d’amore non è necessario inventarsi chissà quali traversie o combinazioni di trama, quanto piuttosto fare in modo che il lettore entri in empatia con i protagonisti.
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