Scrivere in giallo è italiano, o meglio, lo è tale definizione, perché in realtà il termine giallo si riferisce alle collane italiane che traducevano i grandi classici investigativi giunti dall’estero o prodotti in Italia ed erano, appunto, con copertina gialla. Per molti critici il genere giallo sarebbe nato nel 1841, con I delitti della via Morgue di Edgar Allan Poe, ispirazione perfino per lo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, a sua volta modello per molti investigatori della storia della letteratura: Poirot dei gialli di Agatha Christie, Maigret di George Simenon o anche Montalbano,di Andrea Camilleri.
Scrivere in giallo (thriller, investigativo, poliziesco che dir si voglia…) ha delle regole precise e forse più degli altri generi narrativi ha bisogno di strategie, inventiva, schemi e codici narrativi da un lato ripetitivi e dall’altro lato innovativi, perché da un lato un romanzo giallo deve sorprendere, ma dall’altro deve mettere il lettore a suo agio all’interno di schemi narrativi riconoscibili.
Le regole fondamentali
- Trama curata nel dettaglio con agganci interni e anticipazioni che creino suspance;
- il colpevole deve essere presente nella storia fin dall’inizio, perché lo scopo del lettore di gialli è mettersi sulle sue tracce;
- la risoluzione del caso deve essere originale, ma non impossibile perché ciò che conduce l’investigatore deve poter condurre anche il lettore;
- delitto, movente, arma, situazione scatenante: questi elementi non devono mai mancare e devono condurre lo scrittore.
E poi la regola più importante, chi scrive deve lasciarsi sorprendere un po’ dalla propria storia, solo così sarà certo di poter sorprendere anche il lettore.