Per scrivere una buona storia (e quindi un buon romanzo) non servono regolette facili, elenchi di opzioni o slogan da marketing della scrittura. Per scrivere una buona storia serve trovare delle risposte alle domande su cui si fonda, da sempre, qualunque impianto narrativo:
- Chi sono i personaggi?
- Cosa vogliono?
- Perché lo vogliono?
- Cosa fanno per ottenere quello che vogliono?
- Cosa o chi glielo impedisce?
- Come fanno a superare gli ostacoli?
- Quali sono le conseguenze del loro agire?
PRIMA DI TUTTO PROGETTARE
Progettare una storia significa partire da questi essenziali pilastri, se mancano delle domande, allora il romanzo “suonerà” vuoto e inutile. Se manca lo sguardo rivolto analiticamente alla società e alla natura del cuore umano, allora è probabile che il tutto si incentri solo e soltanto sull’autore e sulla sua esigenza di raccontarsi. Tutte le storie rispecchiano la coscienza dell’autore, ma se si tratta solo di questo, di raccontare una storia che riguarda noi e basta, allora ben presto la pagina diventerà una gabbia e la creatività si paralizzerà.
NESSUN BLOCCO DELLO SCRITTORE
Ciascun romanzo articola in modo diverso queste domande chiave, le smembra, le codifica e le ricodifica; le amplia, le analizza, le racconta. Ma ogni romanzo resta sempre e comunque la forma universale di ogni storia che sia stata scritta. Se volete iniziare una storia, dunque, prendete le domande, una dopo l’altra, e lavorate, costruendo, prima di tutto, la struttura. Di certo sarà faticoso, ma non vi bloccherete davanti alla pagina bianca mentre raccontante, se avrete prima fatto questo lavoro di progettazione.
GUARDARE LA STORIA DALL’INTERNO
Guardare la storia dall’interno (invece che solo dall’esterno, limitandosi quindi alla forma e all’aspetto, o magari alle mode editoriali) è la strada maestra, lo è stata per millenni. Per questo è importante lavorare sui desideri dei personaggi, sulle svolte di trama, sugli antagonismi, sulle progressioni, sulle crisi, sul climax (o sui climax). Ogni domanda ha bisogno del suo spazio creativo e ogni scrittore ha il suo modo di esprimerlo. Bisogna trovare quel modo, bisogna imporsi una disciplina importante, non bisogna cadere nell’illusione, pur confortante, che sia facile, che basti sedersi e scrivere, perché non è così.