Non esiste un metodo unico per scrivere e non è possibile individuare un “piano” di scrittura che vada bene per tutti gli autori. Jack London (1876-1916) era solito dire che la prassi per lui era scrivere almeno 10 righe al giorno, altri, come Stephen King, affermano che sia necessario avere una stanza riservata alla scrittura e dedicare alla pratica tot tempo al giorno.
Ovviamente, la disciplina è la base di ogni arte e mestiere, come saggiamente afferma anche Jim Rohn, la disciplina è il ponte tra l’obiettivo e il risultato. Dunque, imporsi una certa regolarità di scrittura dovrebbe essere il punto di partenza per ottenere degli obiettivi, anche se il modello “scrittore senza regole” è molto più affascinante, ma di tali autori senza regole (dei quali la storia della letteratura sembra piena) conosciamo le opere pubblicate, ma quanti invece dei loro lavori non hanno trovato conclusione per questa tanto decantata sregolatezza?
TROVARE IL PROPRIO RITMO
Concentrazione e pause
Ogni autore deve individuare il proprio ritmo di scrittura, trovare degli spazi ed equilibrare lavoro e pause che, però, chiunque scriva sa che in realtà non lo portano mai troppo lontano dalla scrittura. Per scrivere senza perdere tempo, bisogna allenare la capacità di concentrazione. Se, scrivendo, ci accorgiamo di pensare ad altro, di aver desiderio di bere o di mangiare, di sentire il bisogno di guardare la TV; accorgiamo di sentirci a disagio, di avere un rigetto, di essere fuori posto, di non riuscire a dare forma alle idee allora potrebbe essere un problema di concentrazione. La domanda da porsi è: “Perché non riesco a concentrarmi?” La risposta non è semplice, può essere un problema di motivazione, oppure di organizzazione del progetto narrativo, di umore, di tempo, di ansia da prestazione, di eccessivo perfezionismo (che spinge a correggere di continuo bloccando il flusso creativo). A volte, siamo semplicemente oltre i nostri limiti personali presenti in quel dato momento: stanchezza, stress, impazienza, resistenza fisica (poiché scrivere è anche una questione di allenamento fisico).
CALCOLARE LA CAPACITÀ DI CONCENTRAZIONE
Qualche consiglio pratico
La nostra capacità di concentrazione è limitata perché siamo esseri umani, soggetti, dunque, alle vicissitudini della vita, agli impegni lavorativi, alle indispensabili relazioni umane, senza le quali la nostra esistenza, pur piena di fogli scritti, si svuoterebbe di senso. La capacità di concentrazione è limitata per tutti: la massima concentrazione può durare solo dai 20 ai 40 minuti; trascorsa questa porzione di tempo, è indispensabile una pausa. Prima di tutto potremmo tentare di misurare la nostra capacità di concentrazione, in modo da poter organizzare delle pause nelle quali riposare, oppure passeggiare o, magari, meglio ancora, fare esercizio fisico, ascoltare musica, chiacchierare con un vicino di casa.
Per misurare la capacità di concentrazione, teniamo d’occhio l’orologio per calcolare (senza pretese di assoluta precisione) per quanti minuti riusciamo a scrivere senza troppa fatica, insomma monitoriamo il flusso creativo:
□ 40 minuti
□ 30 minuti
□ 20 minuti
□ 10 minuti
ORGANIZZARE I TEMPI
Aggrapparsi alle idee
Dopo aver individuato i nostri tempi di concentrazione, proviamo ad allungarli un po’ con semplici accorgimenti: più silenzio, o viceversa musica se ci aiuta a comporre, più isolamento, cuffie per stare più tranquilli, togliamo il cellulare e i suoi trilli continui (notifiche o altro) e via dicendo. Facciamo qualche piccolo esercizio fisico (collo, schiena, spalle), soprattutto restiamo sul pezzo, aggrappiamoci alle idee, usiamo carta e penna per scrivere frasi che non riusciamo a formulare al computer. All’inizio ci vorrà tempo, ma poi, vedrete, arriveranno il miglioramento e il sollievo e il flusso creativo diventerà più costante e solido.
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