Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato. Consigli a scrittori, lettori, editori è un libro di F. Scott Fitzgerald e raccoglie le riflessioni e i giudizi espressi dal grande scrittore americano, lungo tutta la sua vita, sul tema dello scrivere: chi è lo scrittore e che cosa fa, cosa vuol dire scrivere, come si gestiscono i personaggi di un romanzo, qual è il rapporto tra lo scrittore e il mondo dell’editoria e della critica. Uno degli autori simbolo della narrativa americana, dunque, offre suggerimenti intensi e significativi, assecondando la sua naturale tendenza a insegnare, a comunicare la propria esperienza. In tempi in cui tutto sembra procedere verso lo smascheramento dell’apparenza, Fitzgerald va nella direzione opposta, lontano dalle certezze che ostacolano il cammino verso l’illusione della bellezza. “Scrivere bene”, dice, “è sempre nuotare sott’acqua e trattenere il fiato”.
Cosa faremo di noi stessi questo pomeriggio,” gridò Daisy, “e il giorno dopo, e nei prossimi trent’anni?””Non essere morboso,” disse Jordan. “La vita ricomincia daccapo quando diventa frizzante in autunno.”
[Da Il grande Gatsby]
Un esempio di quale sia il tenore dei consigli di questo grande scrittore? Nella lettera destinata a Frances Turnbull, scrittrice esordiente, Fitzgerlad scrive:
“Ho letto il tuo racconto attentamente e, Frances, temo che il prezzo per realizzare un lavoro professionale sia molto più alto di quanto tu sia pronta a pagare al momento. Devi vendere il tuo cuore, le tue reazioni più forti, non delle piccole cose di minore importanza che ti sfiorano appena, quelle piccole esperienze che racconteresti a cena. Ciò è vero, in modo particolare, quando inizi a scrivere, quando non hai ancora sviluppato i trucchetti sulla carta degli scrittori interessanti, quando non hai alcuna tecnica, la quale necessita di tempo per essere acquisita. Quando, in breve, hai solo le tue emozioni da vendere. Questa è l’esperienza di ogni scrittore. Per Dickens fu indispensabile mettere in Oliver Twist l’accorato risentimento che l’ha perseguitato per l’infanzia intera, del bambino maltrattato e che ha sofferto molti patimenti. […]
E ancora, il grande scrittore americano aggiunge, per sottolineare il valore dell’emozione:
Il dilettante può solo mettere in pratica la propria abilità per trasferire le proprie emozioni a un’altra persona attraverso degli espedienti tanto disperati e radicali come quello di strappare dal proprio cuore la prima e tragica storia d’amore e metterla sulle pagine perché tutti la vedano. Questa è, in ogni caso, la quota d’ammissione. Che tu sia preparata a pagarla, o che questa coincida o si contrapponga alla tua attitudine su cosa sia “accettabile”, sei tu a doverlo decidere. Ma la letteratura, persino quella meno seria, non accetterà nulla di meno da un neofita. È una di quelle professioni che richiede le “opere”. Non ci si interesserebbe affatto a un soldato se questo fosse solo un po’ coraggioso. Alla luce di tutto ciò, non mi sembra il caso di spendere del tempo per analizzare perché il tuo racconto non è vendibile, ma sono troppo legato a te per poterti prendere in giro sulla questione, come si tende a fare alla mia età. Se decidessi di raccontare le tue storie, nessuno ne sarebbe più interessato del tuo vecchio amico, F. Scott Fitzgerald.”
Emozionare: non c’è niente di più importante, secondo Fitzgerald, per raggiungere i lettori; chi non possiede alcuna tecnica non può far altro che veicolare se stesso attraverso i propri personaggi, trasmettendo sensazioni ed emozioni a chi legge. Ma se si vuole andare oltre, è necessario formarsi al mestiere di scrivere.