La forma corretta è daccapo, univerbato. Per non sbagliare basta ragionare sull’uso dell’apostrofo che serve a dare forma alle elisioni (un’amica / all’estero / quell’uomo) e troncamenti (un po’ / va’ via). Nel caso della parola daccapo non ci sono elisioni o troncamenti, il suo significato è “ricominciare da zero/di nuovo” e può essere sostituito, per esempio, da nuovamente. La forma d’accapo, quindi, è del tutto sbagliata, mentre la forma da capo è ritenuta arcaica e meno usata, ma non è un errore.
Ascoltare anche la pronuncia
Esempi:
Ha ricominciato tutto daccapo.
Giulia è daccapo senza lavoro.
Ci sono molte altre parole che inducono in errore per il modo in cui sono scritte, perché spesso, come abbiamo già visto qui, la resa grafica è condizionata anche dalla pronuncia. Per evitare di sbagliare vale sempre il saggio ricorso a un dizionario, ma anche la buona conoscenza dei meccanismi che portano a elisioni, troncamenti e univerbazione.
Quando si devono pronunciare due parole strettamente congiunte per ragioni di suono (eufonia), si tronca l’ultima vocale della prima parola (nessun dorma) o l’ultima sillaba (quel soldato), ma solo se la parola ha più di una sillaba e se la vocale da troncare è preceduta da l, m, n, r.
Conoscere il meccanismo per evitare errori
Parole con troncamento frequente:
• buono, uno, nessuno, ciascuno, alcuno: ciascun banco, ma ciascuno studente (perché s+consonante; così come con z, gn, ps).
• bello, quello: bel tempo, quel momento; ma quello zaino e bello spazio.
• santo: si tronca l’ultima sillaba davanti a consonante eccetto s impura: san Giovanni, ma santo Stefano.
Regole e uso
L’ elisione consiste nell’eliminazione della vocale finale di una parola di fronte alla vocale iniziale di un’altra parola. In questo caso l’avvenuta elisione va segnalata con un apostrofo.
• con gli articoli lo, la, una e con le preposizioni articolate da questi formate;
• con bello e quello: bell’aereo, quell’uomo;
• con la particella avverbiale ci davanti alle voci del verbo essere che cominciano con la vocale e (alcune forme del presente e tutto l’imperfetto indicativo): c’è, c’era;
• con la parola santo: sant’uomo.
Spesso si fa elisione con:
• grande, questo: grand’uomo, quest’anno;
• povero, ma per lo più davanti alla parola uomo: pover’uomo;
• la preposizione di: d’oro, d’estate;
• con le particelle pronominali mi, ti, ci, vi, si, lo, la, ne: se n’è andato;
• uno, alcuno, ciascuno, nessuno: hanno il troncamento al maschile e l’elisione al femminile, quindi richiedono l’apostrofo al femminile e lo rifiutano al maschile: nessun’aula, nessun uomo.
Fonte: Zanichelli
Ma a volte quasi imperdonabili
Ecco alcuni degli errori più comuni:
Per una forma impeccabile
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