Per poter comprendere l’uso corretto di una parola la prima cosa da fare è studiarne l’etimologia. Nel nostro caso: mattino deriva dal latino tempus matutīnum e indica quella parte del giorno compresa tra il sorgere del sole e il mezzogiorno. Si tratta della forma meno popolare (più aulica) di mattina.
PICCOLE MA IMPORTANTI DIFFERENZE
Quel che distingue mattino e mattina, dunque, non è tanto il significato, perché l’etimologia è la stessa, ma il genere, maschile e femminile. Mattino, come detto, è legato a tempus matutinum (maschile), mattina è legata a horam matitinam (femminile). Oltre al genere la differenza sta nella diffusione del termine, ovvero mattina è più popolare e più diffuso. Per cui quando un autore deve scegliere uno dei due termini dovrebbe tenere conto anche del registro linguistico che sta utilizzando (alto o colloquiale). Ma, anche se in certi casi le due parole sono interscambiabili – una mattina grigia/ un mattino grigio; alle 8.00 della mattina/ alle 8.00 del mattino – in alcuni casi la scelta è obbligata:
- si usa sempre il maschile mattino in espressioni genericamente riferite allo spazio temporale mattutino
sul far del mattino, di buon mattino, durare lo spazio di un mattino, il buon giorno si vede dal mattino, il mattino ha l’oro in bocca… - si usa sempre il femminile con espressioni più specifiche
di prima mattina, tutte le mattine, ieri mattina, sabato mattina, dalla sera alla mattina.