Motivazioni per scrivere: la strategia del 3

Scrivere, per me, è semplicemente pensare con le dita.
Isaac Asimov

Molti autori hanno paura di non riuscire ad arrivare alla fine del loro progetto narrativo, il che non è così lontano dall’accadere se questo diventa il pensiero dominante. La paura che qualcosa accada diviene spesso la determinazione di quell’evento; avere paura di smettere di scrivere talvolta ci fa smettere di scrivere. Qualunque segnale rischia di diventare, a quel punto, un modo come un altro per fermarci, magari evitando di inoltrarci troppo nel lavoro prima di fermarci comunque. Ma questo non è l’atteggiamento giusto e spesso basta semplicemente focalizzarsi su piccole parti del tutto per riprendere il lavoro più spediti di prima.

LA LOGICA DEL MIGLIO

È un po’ la logica del miglio da percorrere centimetro dopo centimetro. La strada può apparire lunga, ma se la si pensa a piccoli tratti diventerà certamente più percorribile. Prima di tutto dobbiamo ritrovare le nostre motivazioni: perché scriviamo? Cosa ci dà la scrittura? Cosa ci permette di fare? Ci dà pace? Ci dà equilibrio? Mette in modo percezioni interiori con le quali amiamo confrontarci? Perché dovremmo rinunciare a tutto questo per paura di non arrivare alla fine della storia?

FALLO E BASTA!

Punto primo, non dobbiamo mai avere paura di mettere in discussione quel che abbiamo già scritto. Punto secondo, dobbiamo essere pronti a uscire da noi stessi e dare il testo a qualcuno, perché nel momento in cui siamo bloccati un lettore di fiducia potrebbe fare la differenza e aiutarci, magari mostrandoci alternative allo sviluppo della vicenda cui non avevamo pensato. Terzo punto, basta rileggere per correggere, piuttosto procediamo con lo studio dei personaggi, lasciamoli parlare, lanciamoci in dialoghi liberi e lasciamo fluire le parole, senza ponderare ogni cosa, perché questo non è il momento giusto per revisionare. Quarto, fallo e basta (Just do it, direbbero quelli della Nike) a volte è proprio così che deve andare, e allora lasciamo che la penna vada e che le parole scorrano. Quinto, se la trama ci sta sfuggendo concentriamoci sugli eventi principali, se non riusciamo a focalizzarli è probabile che manchi la fase di pre-scrittura, allora torniamo indietro e riflettiamo con calma su quel che deve succedere. Se continuiamo a procedere a naso, e senza un progetto narrativo almeno abbozzato, difficilmente arriveremo alla fine.

LA STRATEGIA DEL TRE

Sesto, possiamo provare con la strategia del tre. Secondo studi di PNL (neurolinguistica), infatti, il cervello tende a ricordare più facilmente un concetto se viene ribadito tre volte o, in generale, le strutture che ruotano intorno al tre vengono gestite più facilmente dal nostro flusso creativo. Possiamo quindi provare a scrivere delle scene intorno a tre elementi, dei dialoghi intorno a un concetto che venga ripetuto tre volte, descrizioni che incalzano con la forza del tre:

Anna era sola. Si sentiva al centro del nulla. Anna avrebbe voluto parlare con qualcuno.

L’importante è arrivare alla fine della storia, per poi passare alla revisione, ma solo quando avremo concluso, in modo da non bloccare il flusso creativo proprio quando siamo più in difficoltà, perché sentiamo che le motivazioni e la forza creativa stanno venendo meno.

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