In un interessante articolo del 1998, Silvio Sosio affronta il significato del termine “fantascienza”: «Si può dire che dal momento stesso della nascita della fantascienza, o almeno da quando questo genere fu classificato con un proprio nome (“scientifiction”, poi diventato “science fiction”), nel 1926, uno dei temi di discussione più stimolanti è stato proprio quello di darne una definizione.»
La fantascienza è un genere narrativo, uno dei più noti e dei più riconoscibili. Quando un romanzo viene classificato in questa categoria, il lettore ha subito un’idea chiara di quel che troverà nella storia: elementi scientifici, elementi predittivi, elementi di indagine o, in certi casi, di avventura cosmica. Un tempo si trattava di distanze siderali, oggi, spesso, il richiamo è a distopie fantascientifiche che trasformano le città del pianeta in mondi ultra funzionali e trasfigurati da un uso massiccio della tecnologia.
«Nel 1926 Hugo Gernsback», continua Sosio, «Nell’editoriale del primo numero della prima rivista di fantascienza, Amazing Stories, poteva permettersi di dire: Per “fantascienza” intendo storie alla Jules Verne, alla H.G. Wells, alla Edgar Allan Poe… romanzi affascinanti mescolati a fatti scientifici e visioni profetiche (Hugo Gernsback, 1926) facendo riferimento praticamente a gran parte della fantascienza pubblicata fino ad allora citando solo tre autori, il genere, tendente per sua natura a uscire dagli schemi, ha fatto di tutto per apparire inclassificabile. Lo scrittore Norman Spinrad ha dato una sua definizione che appariva fino a pochi anni fa una delle poche capaci di racchiudere tutto il genere: Fantascienza è tutto ciò che viene pubblicato sotto il nome di fantascienza.
Andando ai parametri compositivi del genere narrativo possiamo provare a dare una forma più definita alla fantascienza classica, individuando quegli elementi che non dovrebbero mai mancare:
La fantascienza ha una sua filosofia di fondo, quel particolare modo di descrivere che permette al lettore di immaginare quanto sarebbe normalmente impensabile, dialoghi sostenuti da qualche tecnicismo, un lessico specifico e particolare, spesso innovativo. I personaggi, che sono sempre il parametro compositivo più importante, variano in base alle specifiche connotazioni del romanzo, una space opera, per esempio, attingerà a figure di militari, ex militari o disertori; una distopia fantapolitica potrebbe incentrarsi sul vissuto di un esperto di informatica che entra in archivi fin troppo riservati. Poliziotti, investigatori, scienziati: il tipo di protagonista orienterà anche la natura più intima e determinante del romanzo che, quindi, da generica fantascienza approderà a connotati più precisi e a formulazioni ibride e intriganti.
La fantascienza è l’architettura narrativa di circostanze alternative rispetto alla realtà oggettiva e contemporanea (ma anche storica), è legata alle utopie, nel senso di costruzione di luoghi e momenti storici che non esistono, ma materializza narrativamente l’illusione che possano essere realmente il futuro.
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