Professione scrittore: i grandi incompresi

Nella storia della professione scrittore i grandi incompresi sono parecchi. Balzac scrisse: “Due sono le categorie degli incompresi: le donne e gli scrittori”.

Sulla prima non sappiamo per certo, possiamo solo alimentare qualche innocuo sospetto (dipende se a ragionarci sono donne o uomini), ma sulla seconda categoria ci sono effettivamente molte tracce nella storia della letteratura che fanno pensare a una certo realismo critico nel pensare che molti scrittori non siano stati compresi dalla loro generazione, nei tempi, nei luoghi in cui hanno espresso il loro pensiero scritto.

Questo può accadere per vari motivi, ma bisogna fare un distinguo. Non è che tutti gli autori che non vendono copie degne della loro autostima siano scrittori incompresi, può darsi anche semplicemente che non scrivano nulla di originale o tale da superare il momento entusiastico di parenti e amici. L’importante è far leva sull’umiltà e lavorare sodo per scrivere in modo più incisivo e interessante.

Aiutarsi a pubblicare

Sicuramente ci sono vari tipi di scrittori, per esempio ci sono quelli che sanno indovinare la tendenza letteraria del momento e accodarsi, sfornando libri di discreto successo nei quali a ogni pagina riecheggia il dire di altri romanzi simili, nulla di nuovo, insomma, ma la moda è moda e il successo arriva, del resto ai patiti di un genere narrativo piace trovare elementi simili nella trama e nei personaggi nei libri che leggono, pur di autori diversi.

Ci sono poi scrittori che usano il proprio romanzo per fare outing emotivo, convinti, ovviamente, che la cosa diventi interessante se infarcita di dettagli più o meno velatamente erotici o perversi per cui leggere un libro diventa un atto voyeuristico, che poi siano sfumature grigie, rosse, perlacee o verde marcio poco importa, quel che conta è l’incasso. Ovviamente l’erotismo più o meno evidente non è l’unica chiave possibile per il successo, anche lo scandalo politico aiuta la vendita per non parlare dell’anticlerical chic. Ciò lo diciamo dando per scontato che la denuncia seria e il romanzo di indagine a sfondo realistico e storico costruito in modo rigoroso e professionale sono quanto mai preziosi.

Genio incompreso

Spesso il “genio” di questi scrittori resta incompreso dai lettori più esperti, quelli che non si accontentano e che hanno sviluppato una certa esperienza letteraria per cui sanno che libri comprare e non si fanno abbindolare.

Ma c’è anche un altro tipo di scrittori, una categoria più complessa, più intensa, molto meno numerosa. Un grande editor e critico letterario disse un giorno a chi gli domandava quanti scrittori e titoli ricordasse dei libri letti: “Guardi, di titoli di libri c’è ne sono molti, di scrittori in proporzione molti meno”.

Ebbene tra questi scrittori, universalmente riconosciuti oggi come tali, ci sono molti nomi che non hanno goduto di grande fortuna in vita. Probabilmente perché precursori di nuove tecniche e stili, forse perché capaci di osare senza scadere, forse perché non tenevano minimamente in conto il numero di copie vendute, ma il valore di ogni singolo lettore che li avrebbe onorati di un po’ di tempo. Sono autori il cui talento e la grandezza viene riconosciuta solo a distanza di anni.

Qualche esempio?

Emily Dickinson (1830-1886)

Fu una grande poetessa, ma il suo stile semplice e brillante, non fu riconosciuto immediatamente, soprattutto perché nella sua epoca andava di moda un linguaggio molto più complesso, quasi manieristico. Fu la sorella, qualche anno dopo la sua morte, a pubblicare il primo volume di poesie. Altre trecento vennero ritrovate da sua nipote e pubblicate tra il 1924 e il 1935.

Franz Kafka (1883-1924)

Nato a Praga  da una famiglia ebrea di lingua tedesca, studiò legge, lavorando poi nel settore assicurativo. Nonostante avesse iniziato a scrivere in giovane età, non pubblicò molto, non riuscendo a trovare editori e consensi. Negli ultimi anni, vista la sua grande passione, decise di lasciare il lavoro e di dedicarsi soltanto alla scrittura. In punto di morte chiese all’amico Max Brod di distruggere tutte le sue opere, ma questi, per nostra fortuna, non rispettò la volontà di Kafka e si occupò di pubblicare la maggior parte dei suoi lavori.

Edgar Allan Poe (1809-1849)

Nato a Boston rimase precocemente orfano, sofferenza che condizionerà tutta la sua produzione letteraria. Si trasferì a Richmond e crebbe con un suo zio, dal quale volle aggiungere il cognome Allan. Non condusse mai una vita tranquilla, perseguitato dalla passione per il gioco e problemi di disciplina. Fu proprio a causa dei debiti di gioco che fu diseredato dallo zio e cacciato di casa. A mandarlo definitivamente in crisi fu la morte di sua moglie, dalla quale lo scrittore non si riprese mai. Poe è considerato l’inventore del genere poliziesco, del giallo psicologico e del romanzo d’orrore. Molti lo identificano anche come massimo rappresentante del genere gotico, nonostante questo movimento si sviluppò molto prima della sua nascita. Non venne mai troppo apprezzato dalla critica, che rimase indifferente nei suoi confronti, per questo il suo talento venne riconosciuto soltanto in seguito.

H.P. Lovecraft (1890-1937)

Nacque nel 1890 a Providence. Personaggio particolare, figlio di madre isterica e padre dalla personalità complessa. Quando Lovecraft aveva tre anni, cioè nel 1893, suo padre cominciò a manifestare i sintomi di una psicosi acuta in un hotel di Chicago dov’era in viaggio d’affari, farneticando di aver ricevuto insulti da una cameriera e che la moglie era stata aggredita. Ricoverato al Butler Hospital di Providence, vi rimase per il resto della sua vita fin quando, colpito anche da una paralisi, morì di sifilide quando Lovecraft aveva solo otto anni. Suo nonno, appassionato di letteratura gotica, lo incoraggiò nella lettura fornendogli libri quali le fiabe dei fratelli Grimm e Le mille e una notte, libro da cui prenderà spunto per creare il folle Abdul Alhazred e il suo Necronomicon. Nel 1896 Lovecraft perse la nonna materna che lo aveva introdotto all’astronomia, Rhobinia Alzada Phillips, fatto che provocò in lui i primi incubi, che lo perseguiteranno per anni, costituiti da demoni da lui stesso definiti “Magri notturni” (Night-Gaunts). Fu uno dei primi e maggiori esponenti del genere fantascientifico.  Lo stile di Lovecraft risentì dell’influenza di Poe, Verne e Wells, che stimolarono il suo interesse verso la chimica, l’ignoto e l’astronomia. Il suo genere non fu apprezzato inizialmente dalla critica, probabilmente perché ritenuto troppo distorto, ma ebbe il merito di ispirare altri artisti del secolo successivo, sia nel campo della scrittura, che in quello del cinema.

Henry David Thoreau (1817-1862)

Cresciuto in una famiglia modesta, Thoreau si guadagnò da vivere lavorando in una fabbrica e collaborando con piccoli giornali locali. Dopo la morte del fratello ebbe una crisi profonda, durante la quale trovò sfogo nella scrittura. Considerato anche un grande pensatore, scrisse ” Walden: ovvero la vita nei boschi”, una riflessione del rapporto dell’uomo con la natura. Precedentemente scrisse anche “Disobbedienza Civile”, un saggio in cui sostiene che è ammissibile non rispettare le leggi, quando queste sono moralmente inaccettabili e calpestano i diritti dell’uomo. I suoi scritti politici hanno avuto un modesto successo durante la sua vita, ma hanno ispirato movimenti di resistenza pacifica negli anni a seguire. Suoi lettori furono Tolstoj, Gandhi e Martin Luther King.

L’elenco potrebbe essere molto più lungo e vedere annoverati: Melville, Salgari…

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