Benché le norme redazionali siano indispensabili – e assolutamente vincolanti – in caso di documenti e testi tecnici, non possono avere un valore altrettanto assoluto in caso di scrittura creativa, cioè di testi prevalentemente narrativi. Ciononostante vanno considerate indicazioni di massima nel rispetto di una certa uniformità dei testi rispetto ai canoni più comuni presso le case editrici italiane. Tutte le eccezioni andrebbero considerate in termini di stile e di coerenza interna del testo.
Stile tipografico
L’uso del corsivo, del sottolineato, del grassetto, del TUTTO MAIUSCOLO vanno limitati ai casi di reale necessità, soprattutto per non perdere il valore enfatico. L’iniziale minuscola andrebbe adottata per i nomi di istituzioni o di cariche (stato, repubblica, paese, presidente ecc.); denominazioni di movimenti o sistemi o stili filosofici, letterari, artistici ecc.; nomi di popolazioni soprattutto se antiche.
Corsivo
Dell’uso del corsivo abbiamo già parlato, ma in ogni caso ecco un riassunto in punti. Andrebbero in corsivo (fonte Mimesis Journal):
• i titoli di libri;
• i titoli di articoli in rivista (mentre vanno posti tra virgolette alte “ ” i titoli dei capitoli di libro);
• i titoli di opere d’arte, film, canzoni, sinfonie, ecc.
• le parole straniere e dialettali non entrate nell’uso comune o non familiari al pubblico a cui il libro si rivolge (se una parola straniera ricorre spesso, meglio proporla in corsivo alla prima occorrenza definendone il significato e in tondo successivamente).
Non sono mai scritte in corsivo:
• le parti tra virgolette (se il testo contenuto nelle virgolette non presenta caratteristiche che rendano necessario l’uso del corsivo, secondo le presenti norme);
• le virgole tra un dato e l’altro delle citazioni bibliografiche;
• i nomi di enti, associazioni, istituti ecc., anche se stranieri.
Per introdurre delle citazioni
Per le citazioni (anche il discorso diretto nei dialoghi è una sorta di citazione) andrebbero preferibilmente usate usate le virgolette basse (o caporali) «…», oppure le virgolette elevate doppie “…”. All’interno delle elevate doppie si utilizzano le elevate semplici ‘…’. È bene tener presente che, in ogni caso, pubblicando con una casa editrice bisognerebbe adattare il testo alle norme redazionali interne.
Le citazioni di altri autori più lunghe di cinque righe andrebbero portare a capo in corpo minore e il rientro di 1 cm.
Punteggiatura
Come norma generale (e non stilistica nel senso creativo) i titoli e sottotitoli non vanno chiusi con il punto fermo. E inoltre, se non diversamente specificato dalla casa editrice, sarebbe meglio seguire le seguenti norme (fonte Mimesis Journal):
• i segni di interpunzione verranno posti dopo la chiusura delle parentesi o delle virgolette;
• se, in fine frase, vi sono virgolette o parentesi di chiusura dopo i puntini di sospensione o dopo un punto interrogativo, al loro esterno il punto fermo viene soppresso;
• se la frase termina con un’abbreviazione seguita da parentesi o virgolette di chiusura, il punto finale dopo le medesime viene mantenuto;
• nell’eventualità che un esponente di nota si riferisca all’intera frase tra virgolette o tra parentesi, esso verrà posto dopo le medesime e il punto finale; gli esponenti di nota vanno collocati sempre dopo il segno di interpunzione;
• mai inserire la virgola prima della parentesi di apertura;
• i punti di sospensione sono sempre tre;
• per indicare un taglio all’interno di una citazione i tre puntini sono posti tra parentesi quadre;
• non iniziare e concludere una citazione con i puntini di sospensione.
Continua…