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Professione scrittore: usare il corsivo

Fino a non molto tempo fa, il corsivo era la scrittura a mano, comunemente contrapposta allo stampatello. In tipografia si mostra con delle lettere inclinate verso destra, proprio a imitare la scrittura a mano. Fu introdotto dall’editore veneziano Aldo Manuzio all’inizio del XVI secolo (per questo è anche noto come italico).

Quando si usa il corsivo?

Il corsivo in un testo narrativo andrebbe normalmente usato per:

  • I titoli di opere letterarie italiane o straniere, di brani poetici, racconti, opere d’arte, saggi, manuali, brani musicali, film, riviste, quotidiani, trasmissioni radiofoniche e televisive…
    Esempi: il David di Michelangelo, la Gerusalemme liberata.

  • Parole e frasi straniere e termini dialettali di uso non comune.
    Esempi: Il suo perfect aplomb era invidiabile; ma non vanno in corsivo garage, hotel, film, computer…

  • Le parole cui vogliamo dare una particolare enfasi o rilevanza linguistica.
    Esempio:
    – La mia casa avrebbe bisogno di essere ringiovanita, – disse osservando le balconate cedenti.
    – La nostra casa vorrai dire, – chiarì lei.

  • I tecnicismi e i termini specialistici.

  • I titoli di brani musicali, tranne l’indicazione strumentale e il numero d’opera.
    Esempio: Sonata in do # minore «Al chiaro di luna» per pianoforte n. 14 op. 27 n. 2.

  • I nomi propri di aeroplani, navi e divisioni militari.

  • Le citazioni, anche in sostituzione delle virgolette per le citazioni brevi e brevissime.
    Esempio: Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta (W. Churchill).

  • Nelle opere letterarie, per distinguere i pensieri dai dialoghi e dalla narrazione, oppure per enfatizzare.

  • Per riportare suoni e versi di animali.
    Esempio: la mucca fa muu.

L’uso del corsivo può essere anche legato a una precisa scelta stilistica. Alcuni autori, ad esempio, adoperano il corsivo per distinguere parti di testo, addirittura capitoli ambientati nel passato da quelli al tempo presente narrativo. Altri, come Cormac McCarthy, fanno un uso peculiare del corsivo, che diventa, tutti gli effetti, indicatore di personalità. Per McCarthy il corsivo è una “zona narrativa” al di fuori della storia, quasi un’intercapedine tra la realtà narrativa dei personaggi (e dell’autore) e  la realtà oggettiva del lettore.

Corsivo e virgolette sono considerati interscambiabili, ma è bene considerare che nei dialoghi l’uso del corsivo è rarissimo e poco riconoscibile, e che le virgolette mettono in evidenza parole o frasi principalmente in relazione al loro contenuto.

vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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