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Bad Sex in Fiction Award

Il Bad Sex in Fiction Award è il temutissimo titolo letterario che gli scrittori preferirebbero senza dubbio evitare.
Ma andiamo per gradi.

Il Bad Sex in Fiction Award si occupa di pessimo erotismo nella letteratura. Alzi la mano chi non è mai incappato in schiene che si inarcano, capezzoli che si inturgidiscono, labbra che si schiudono e chi più ne ha più ne metta. Con buona pace della bella definizione di Tiziana Ramaglia: “La letteratura erotica è il solo genere letterario che si apprende fisicamente piuttosto che intellettualmente. Quando è ben scritta, le immagini generate hanno la forza dell’eccitazione. […] Misteri, perversione, accettazione, giochi sessuali sono elementi che determinano la letteratura erotica”.

Troppo erotismo?

C’è chi oggi si interroga sull’abuso dell’erotismo nel romanzo non dichiaratamente erotico. Ci sono romanzi considerati classici: Lolita di Nabokov (1950) o L’amante di Lady Chatterley (1928), in cui l’erotismo assume le forme dell’arte e viene ampiamente e saggiamente giustificato dal contesto letterario. Di certo per gli scrittori dell’epoca non era una mera questione di marketing inserire scene erotiche o di sesso più o meno esplicito che, anzi, procurarono loro non pochi guai.

Ma allora cosa accade oggi?

Accade che in un qualunque libro di qualunque genere, prima o poi si incappa in sesso esplicito, non sempre; ma sempre più spesso. Ragione per cui si rischia di restare incastrati tra dialoghi di strategia militare di personaggi storici eccellenti, come nei Medici di Strukul, e sollazzi erotici dei protagonisti con descrizioni “kamasutriche”. Non è da meno Safram Foer, con il suo Eccomi, dove dettaglia sequenze mediamente lunghe di autoerotismo del protagonista. Potremmo citare Follet, Gayle Forman, Robert Seethaler, Morrissey. Per gli italiani? Il già citato Strukul, per esempio, ma la lista sarebbe lunga.

In una bella recensione dedicata all’ultimo romanzo di Elizabeth Hoyt – Wicked Intentions – sul sito Dear Author, la reviewer Lazaraspaste si domanda in modo piuttosto pertinente:

“Forse sono io , […] ma ho l’impressione che il sesso abbia ormai il completo sopravvento sullo sviluppo dei personaggi. Cioè, mi piacciono le scene di sesso, ma se volessi leggere un ‘erotico’ lo farei. Cosa diavolo è successo ai diaologhi, alla tensione, alla crescita del desiderio? Dove cavolo è il desiderio? […] “

Erotismo storico?

L’erotismo è un fatto storico? Certo. Chi non ricorda le Terme Suborbane di Pompei, scavate tra il 1955 ed il 1988, e considerate dagli studiosi uno dei posti più erotici e suggestivi dell’antichità  con i loro sei affreschi, posti nell’apodyterium (spogliatoio), a rappresentare un vero e proprio spaccato dell’erotismo dell’epoca. Solo che, dettaglio essenziale per il nostro tema, l’area è vietata ai minorenni per le immagini “forti”, perché offre una visione molto realistica sui costumi e sulla sfera sessuale degli antichi romani.

Cos’è oggi, dunque, l’erotismo? Esiste ancora un distinguo tra eros e pornografia? Esiste un modo maschile e femminile di scrivere e leggere la scena erotica? Se la gestione del discorso erotico appartiene per lo più all’uomo, come viene affrontato invece dalla donna? E soprattutto a livello di stile e scrittura il potere erotico femminile può essere davvero espresso sempre e soltanto nell’atto che così accuratamente tanti scrittori oggi descrivono senza remore? Si è forse persa oggi quella dimensione sospesa di contatti segreti e non sessualmente espliciti che sprigionano più erotismo di quanto non possano trasmettere scene esplicite?

La questione sta diventando davvero “hard”.  Ecco perché già dal 1993, la London Literary Review premia la peggiore scena di sesso descritta in un libro. Ecco dunque il Bad Sex in Fiction Award, la temutissima classifica che non ha riguardo di alcun nome, nemmeno dei più “osannati” del panorama internazionale. Nel 2014 entrarono in classifica il quasi premio Nobel Haruki Murakami, l’australiano Richard Flanagan, il pluripremiato Michael Cunningham e addirittura Wilbur Smith che nel “Il dio del deserto” (Longanesi) sorprende tutto con una terrificante descrizione di seni e capezzoli:

“Questa increspata cortina non copriva i suoi seni che schizzarono fuori come creature viventi. Erano perfettamente tondi, bianchi come il latte di cavalla e sormontati da capezzoli color rubino che si corrugarono quando il mio sguardo li percorse”.

E che dire di Richard Flanagan, che da vincitore del Booker Prize non voleva essere da meno del collega, e decide che il lui di turno:

“Baciò la dolce, rosea fossetta lasciata dalle sue mutandine elasticizzate, che correva attorno al suo ventre come la linea dell’equatore circonda il mondo. Man mano che si perdevano nella circumnavigazione l’uno dell’altra, da vicino giunsero acute grida che terminarono in un più profondo ululato”.

Ma le sorprese non finiscono ancora. Visitando il sito della Literary Review scopriamo che il vincitore del Bad Sex in Fiction Award 2016 è l’italiano Erri De Luca con una scena erotica inserita nel suo romanzo “Il giorno prima della felicità” battendo il super quotato Safram Foer, con il suo Eccomi.

Ecco la sequenza incriminata:

“Il sesso era un legno incollato al suo ventre. Allentò la spinta del bacio, si staccò, con uno scarto di fianco mi rigirò e fui sopra di lei. Sciolse le braccia dalle mie spalle, mi guidò le mani sopra i seni. Allargò le gambe, tirò su il vestito e tenendomi i fianchi sollevati spinse il mio sesso contro l’apertura del suo. Ero una cosa sua che lei muoveva. I sessi pronti, fermi nell’attesa, si appoggiavano appena, ballerini tesi sulle punte. Restammo così, Anna guardava giù verso di loro. Premette sui miei fianchi, un ordine che mi spingeva dentro. Entrai. Non solo il sesso, io entrai dentro di lei, nelle sue viscere, nel suo buio a occhi spalancati senza vedere niente. Tutto il corpo era sceso nel sesso. Entrai con la sua spinta e restai fermo. Mentre mi abituavo alla quiete, al battito del sangue tra le orecchie e il naso, mi spinse un poco fuori e poi di nuovo dentro. Lo fece e lo rifece, mi teneva con forza e mi spostava a ritmo di risacca. Agitò i seni sotto le mie mani, aumentò le spinte. Entravo fino all’inguine e uscivo quasi tutto, il mio corpo era un suo ingranaggio. Non respirava, i suoi occhi aperti vedevano lontano.”

De Luca, assente alla cerimonia di premiazione, ha commentato con un diplomatico: «Sono lusingato. Si tratta di un’insperata pubblicità. Una trovata strepitosa, ringrazio la rivista…», quasi il manifesto di tanta letteratura contemporanea: non conta la qualità, basta che si vendano le copie.

Evidentemente il Bad Sex in Fiction Award, almeno per quanto riguarda lo “scottante” argomento,  non è poi tanto d’accordo.

vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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