Il senso dello scrivere non può essere spiegato in termini semplici. Come già argomentato in Perché amiamo scrivere, i motivi per cui qualcuno decida di scrivere qualcosa sono spesso legati a esigenze e bisogni del tutto personali e, per questo, per quanto umanamente riconoscibili, non sempre classificabili.
L’arte fa la sua parte nell’ispirazione che conduce la penna di un autore, e la lingua non è una scienza esatta, come recitano ormai tantissimi manuali di linguistica e grammatica, ciononostante essa deve pur sempre essere sorretta da norme e regole, insomma da quei princìpi che la rendono un codice condivisibile e decodificabile.
Regole e norme non nascono per ingabbiare o limitare, bensì per guidare il lettore e illuminare il testo, un po’ come la pista di atterraggio di un aeroporto: senza norme si rischia di precipitare nell’anarchia linguistica e non è detto che questo sia un bene per l’intento artistico originario.
In fondo, uno scrittore dovrebbe distinguersi anche per l’amore e il rispetto verso la lingua che utilizza, oltre che per l’ingegno e lo stile. Del resto, esistono degli strumenti indispensabili, affinché il rapporto con la lingua sia sempre disteso e sereno, soprattutto creativo nel modo giusto:
C’è, poi, anche la disponibilità immediata di numerosi correttori grammaticali online, come Corrector App, o CorrezioneOnline, che possono essere un valido aiuto in fase di controllo e correzione bozze, tuttavia non ci si può affidare del tutto al PC, soprattutto quando si tratta di fare delle scelte stilistiche delicate o di lavorare con le funzioni più complesse del discorso. L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire del tutto l’intelligenza personale dello scrittore, che è chiamato a una umana superiorità creativa rispetto alla macchina. E non si tratta solo di filosofia, ma di mestiere: il nobile mestiere di scrivere.