Una volta portata a termine la stesura del testo, e magari una primissima correzione bozze, si deve passare alla revisione. Se da un lato il lavoro più lungo e corposo sembra essere la scrittura, dall’altro la revisione è certamente il più delicato, perché può fare davvero la differenza fra una pubblicazione di rilievo e una pubblicazione scadente, ciò a prescindere dal contenuto, dalla bellezza della trama, dall’empatia che i personaggi sono in grado di suscitare.
Chi ha esperienza di correzione del testo sa bene quanto sia difficile, pur con interventi metodici, attenti e prolungati, produrre un testo realmente pulito, per questo i piccoli errori sono perdonabili, perché altamente probabili. Alcuni refusi possono far sorridere ma non producono quai mai una bocciatura del manoscritto. Se nonstante un controllo accurato possono scappare delle sviste, quale può essere dunque la resa di un testo non revisionato? Se dalla pagina emergono troppi errori e imprecisioni il resto va in secondo piano e la qualità totale del lavoro dell’autore viene giudicata sommaria e dilettantistica. E tuttavia la revisione non deve diventare un’ossessione, e il fatto che lo diventi nemmeno deve stupire, poiché è difficile che uno scrittore sensibile al valore della correzione ne sia poi realmente soddisfatto: è un paradosso piuttosto frequente, però un lavoro accurato, paziente e caparbio può lenire di molto questo senso perdurante di imperfezione e soddisfare anche l’autore più scrupoloso.
Prima di iniziare la correzione, l’autore deve allontanarsi dal testo, quasi dimenticarlo, per far raffreddare le emozioni e alleggerire un po’ il legame con la storia e i personaggi: gli autori troppo coinvolti in quanto scritto riescono difficilmente a revisionare con oggettività o ad accettare eventuali critiche da terze parti. Se questo consiglio vale per tutti i tipi di documento, a maggior ragione vale per un romanzo. In generale quando ricordiamo ancora molto bene quel che abbiamo scritto, il nostro cervello tende a entrare in modalità risparmio e ad applicare una lettura veloce e presuntiva, ben poco utile per correggere, perché leggere in questo modo vuol dire anticipare le informazioni e le parole ancora scritte in memoria e così gli errori, specie i piccoli refusi, diventano invisibili. Ciò che serve, invece, è una lettura consapevole, concentrata e sorvegliata.
La seconda fase è lo stilare una sorta dl elenco di controllo in cui siano segnate tutte le parti del testo che l’autore andrà a verificare:
E iniziamo subito a fare pratica: nell’articolo ci sono dei refusi. Riuscite a trovarli? 😉