Ramona Fenati, classe 1985, racconta la sua storia di ragazza coraggiosa, che giovanissima perde la strada, ma con l’aiuto della comunità cerca di ritrovare se stessa e il proprio destino. Un romanzo forte, intenso, che descrive lo sforzo di realizzare la propria persona e i propri sogni, sottolineando l’importanza delle relazioni umane e di quanto le amicizie siano a volte più forti delle famiglie, delle proprie cadute e delle meravigliose risalite. Un racconto pieno di voglia di vivere e di speranza, in grado di farci entrare nella difficile realtà delle comunità di recupero. Abbiamo fatto qualche domanda all’autrice, anche per approfondire il suo rapporto con la scrittura.
Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto?
Il primo libro che ho letto è stato Il giardino segreto (The Secret Garden). Avevo otto anni e ricordo ancora la storia, i personaggi, le atmosfere. È un romanzo per ragazzi scritto nel 1910 dalla scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett, autrice anche de Il piccolo Lord e La piccola principessa. Il romanzo racconta di Mary e Colin e del loro prendersi cura di un giardino circondato da mura che anni prima è stato teatro di un grave incidente, a seguito del quale è stato chiuso. La storia fa riflettere sull’adolescenza e sulla crescita e, soprattutto, sul fatto che la malattia a volte è un processo più mentale che fisico.
A proposito di “malattie” interiori, perché e quando hai deciso di scrivere La bestia che ho dentro?
Ho deciso di scrivere il libro quando ho sentito che attraverso la scrittura avrei potuto aiutare persone che stavano affrontando momenti difficili in comunità di recupero, per esempio. La mia esperienza in comunità è stata talmente importante per me e ho pensato che potesse servire anche ad altri, non solo a ragazzi che stanno affrontando periodi in comunità o che hanno problemi nel rapporto con i genitori, ma anche a tutte quelle persone che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa delle chiusure sociali imposte dagli attuali governi. La decisione definitiva è maturata grazie al confronto con un amico giornalista che mi ha incoraggiata.
Chi è la “bestia”?
La Bestia è la nostra coscienza che si deforma. Nel mio caso, una coscienza divisa fra il bene e il male, fra l’egoismo e l’amicizia, fra il tradimento e la fedeltà.
Cosa ti piacerebbe che pensassero i lettori una volta terminato il tuo libro?
Vorrei che trovassero la forza di risollevarsi e di pensare che il destino lo creiamo con le nostre scelte, scelte che facciamo nel presente, e con le azioni che decidiamo di intraprendere e mettere in atto ogni giorno. Spero che il mio libro possa essere d’ispirazione e dare coraggio.
Di cosa ti occupi nella vita e perché?
Mi occupo di terapia alimentare, cioé di insegnare alle persone a trovare un equilibrio scegliendo cibi per stare bene con il corpo e la mente, sia che vogliano perdere peso, sia che debbano aumentarlo. Io stessa ho sofferto per vent’anni e più a causa di importanti disturbi alimentari e ho risolto con successo il problema quando il tutto è sfociato in aggravi seri per la mia salute. A quel punto ho dovuto fare un percorso e prendere delle decisioni.
Hai altri libri in progetto?
Sto pensando di scrivere un altro libro sull’esperienza che ho avuto come figlia di un padre alcolizzato, in particolare nei suoi due ultimi anni di vita, quando l’ho assistito, anche in presenza di una grave demenza vascolare. Poi, magari, anche un libro sulla mia professione e sull’importanza di una serena (e non solo sana) alimentazione.
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