Ecco: inseriamo la parola fine nel nostro manoscritto; ci sentiamo pronti; il momento è giunto. Negli ultimi giorni di redazione abbiamo iniziato a percepire quella particolare emozione che anticipa una decisione importante, un prodromo dell’ansia che ci attanaglierà nel momento in cui invieremo il nostro “sudato” lavoro alla casa editrice (o alle case editrici) che avremo oculatamente selezionato per una valutazione del romanzo/saggio/racconti e via dicendo.
Cosa fare dopo aver concluso il romanzo?
Inviare il solo manoscritto, però, non è sufficiente: l’editore si aspetta anche una sinossi (un breve riassunto della trama, in genere di circa 2000 battute spazi inclusi) e una lettera di presentazione, documento fondamentale per attirare l’attenzione di chi valuterà in modo professionale il nostro romanzo.
Come impostare la lettera di presentazione
La lettera di presentazione viene purtroppo sottovalutata da tanti scrittori (specie esordienti) che ripiegano su modelli precompilati, magari recuperati nella Rete; purtroppo questi allegati su modello standard non sono quasi mai efficaci. Le caratteristiche principali di una lettera di presentazione dovrebbero essere:
- completezza ed esaustività
- brevità
- personalità
Nella lettera dovrebbero rientrare delle informazioni sull’autore: dati anagrafici essenziali, percorso professionale, esperienze editoriali/giornalistiche eccetera; si possono inserire anche eventuali premi e attestazioni di merito, ma è bene evitare di citare qualcosa in modo troppo generico semplicemente per gettare fumo negli occhi, dunque precisione ed esaustività.
La brevità è importante, una lettera di presentazione dovrebbe contenere tutto in poco spazio e invogliare il “valutatore” a ulteriori approfondimenti, soprattutto attraverso la lettura del manoscritto, per cui una paginetta sarà più che sufficiente.
Per quanto riguarda la personalità, è importante che la lettera non risulti quale modello precompilato, fredda, asettica, con informazioni standard; molto meglio esprimersi in modo da manifestare il proprio carattere, specificando il perché si è scelta quella data casa editrice, aggiungendo dei precisi riferimenti che possano avere un richiamo alla sfera personale dell’autore.
Assolutamente da evitare i panegirici, è bene, inoltre, non usare un tono saccente, non esprimere troppa convinzione nei propri mezzi, come è bene non mostrarsi dimessi. L’equilibrio e la saggia via di mezzo possono giovare moltissimo in questo primo contatto.
Ecco dunque uno schema:
Saluti: meglio se abbiamo un riferimento preciso (Editore, Capo redattore, Valutatore etc…)
Presentazione ed esperienza professionale: non eccediamo nelle informazioni
La nostra richiesta: ovviamente sarà una richiesta di valutazione del manoscritto in vista di una pubblicazione, ma qui possiamo far emergere la nostra personalità, umilmente ma con carattere (la vera umiltà, non le false modestie); mostriamo di conoscere la casa editrice, motivando le nostre scelte (per tutti i dati sul manoscritto, come genere, titolo, trama, si potrà rimandare alla sinossi)
In caso di difficoltà nel redarre la lettera di presentazione, l’editor di fiducia dall’autore, qualora ne abbia uno, potrà sicuramente essere un valido aiuto.