Chi legge affronta tutta una serie di complesse attività sequenziali, sequenziali perché a ogni attività ne segue un’altra. lo studioso ed educatore Aidan Chambers ci spiega che queste attività non sono lineari, bensì circolari, per cui la sequenza torna al punto di partenza: l’inizio è la sua fine e la fine è il suo inizio. Il punto di partenza del processo di lettura è prima di tutto la selezione di quel che vogliamo leggere, e tale scelta avviene fra una moltitudine di possibilità, solo che noi scegliamo quel che più ci interessa. Chi cerca informazioni tecniche legge manuali, chi desidera risolvere un intricato caso di investigazione sceglierà un romanzo giallo classico, magari di quelli alla Agatha Christie.
OPERARE SCELTE
Anche quando scriviamo dobbiamo operare una selezione, perché non possiamo scrivere tutto di tutto, dobbiamo scegliere argomento e informazioni di cui ci serviremo per progredire nel processo narrativo (o di scrittura di altro tipo di testi). Certamente, così come quando scegliamo cosa leggere siamo più motivati se abbiamo a disposizione qualcosa che ci piace, anche quando scriviamo troveremo più naturale e interessante, sicuramente stimolante dal punto di vista creativo, dedicarci a qualcosa che conosciamo bene, con cui abbiamo dimestichezza e che apprezziamo di più. Se siamo appassionati di romanzo storico è probabile che ci sentiremo più a nostro agio scegliendo di scrivere questo genere. La selezione di un testo da leggere non dipende solo dalla possibilità di accedere fisicamente ai libri (o ad altro supporto) perché anche la presentazione influenza i lettori, che possono essere incoraggiati o scoraggiati alla lettura da determinate circostanze. Chi visita una fiera dedicata all’editoria compra più libri e legge di più nel periodo di accesso agli stand, ciononostante è bene ricordare che i lettori esperti sanno come scegliere quello che vogliono, esattamente come gli scrittori esperti sanno come scegliere gli elementi decisivi per il loro progetto narrativo.
LE DUE RISPOSTE PIÙ IMPORTANTI DEL LETTORE
Dunque, leggere è utile allo scrittore perché gli permette di acquisire prima di tutto il senso di una sequenzialità di operazioni decisive di cui la prima è la scelta. Segue poi la risposta, perché qualsiasi lettura produce in chi legge un qualche tipo di risposta, e così lo scrittore che legge sperimenta le due più importanti reazioni: il desiderio di sperimentare di nuovo la stessa emozione/piacere, il desiderio di condividere con altri questa esperienza. Non si tratta di leggere per hobby, perché in questo caso la lettura può essere sostituita da altro, si tratta di rendere la lettura uno strumento privilegiato di ricerca dei significati dell’esistenza. Leggere per comprendere meglio i significati dell’esperienza umana (Hoggart) vuol dire anche migliorare l’approccio alla scrittura, perché la narrazione (e non solo) avrà in sé questa stessa ricerca di significati e di senso. Impararlo come lettori consente, il più delle volte, di acquisirlo anche come scrittori, se questo è il nostro obiettivo. Non si tratta, quindi, solo di stile, forma, lessico, struttura della frase o di “rubare” qualcosa ai grandi autori, uno scrittore non legge solo per questo, ma perché leggendo entra nel meccanismo di quelle complesse attività sequenziali della lettura che possono riflettersi in vario modo nella scrittura.
SCRITTORI E LETTORI
« Posso parlarle ? »
« Perché ? »
« Lei fa lo scrittore ? »
« E allora ? »
« Ho bisogno del suo aiuto. »
« Hai visto il cartello sulla porta ? »
« Sì. »
« Cosa dice ? »
« Niente visite senza appuntamento. »
« Hai un appuntamento ? »
« No. »
« Allora ti suggerisco di prenderlo. »
« Posso prendere un appuntamento ? »
« Per quando ? »
« Per adesso. »
[Aidan Chambers, Muoio dalla voglia di conoscerti, Rizzoli, 2012].