Noi possiamo ancora scrivere a mano, ma in editoria, e non solo, esistono alcuni parametri fissi che aiutano ad avere un’idea più precisa dello “spazio” occupato da un testo e dalla possibile definizione che può essere data a questo spazio. Ciò è necessario perché i programmi di word processing “imitano” il libro a stampa, per cui lo scrittore può sfruttare ciò a suo vantaggio impostando e padroneggiando dei parametri che possono dargli, già mentre scrive a video, un’idea del libro nella sua struttura finale. È bene ricordare che lo scrivere al computer dà la possibilità di modificare il testo salvandolo in bozze successive, in modo da avere sempre uno storico di quel che si è fatto. I parametri editoriali sono solo apparentemente nozioni elementari, in realtà concretizzano dei concetti anche complessi, e non sono comunque parametri condivisi ovunque, però possono essere molto utili. Un esempio è la cosiddetta riga tipografica, che è un multiplo del punto tipografico (0,376 mm), il quale è ricavato, a sua volta, dalla divisione in 1728 parti dell’unità di misura introdotta nel Settecento da Ambroise Didot (è anche detto punto Didot). In poche parole, quando diciamo che un carattere è in corpo dieci, stiamo affermando che l’altezza del carattere è di 10 punti. Però nei Paesi anglosassoni viene utilizzato, invece, il punto Pica (0,351 mm).
La misura del corpo testo (la grandezza del carattere con cui scriviamo a computer) dovrebbe variare sempre fra 9 e 12 punti, tenendo però presente che non tutti i caratteri hanno la stessa resa e che è sempre più opportuno utilizzare dei caratteri comuni ai vari sistemi operativi, come il Times New Roman, l’Arial o il Verdana.
Ecco alcune definizioni:
carattere (inteso come segno grafico sul foglio) = ogni lettera, numero, elemento di punteggiatura
battuta = ogni segno sulla pagina, spazi inclusi
interlinea = spazio fra le righe, meglio usare interlinea 1,5
Qualche indicazione
La famosa cartella editoriale è, per l’appunto, un’unità di misura che viene utilizzata per individuare una precisa quantità di testo. Di fatto equivale a circa 1.800 caratteri, suddivisi in 30 righe per circa 60 battute (quindi spazi inclusi). Ma è bene sapere che con cartella editoriale può intendersi anche una pagina di 2.000 caratteri, perché alcuni editori utilizzano questa misura. Ad ogni modo per conoscere il numero di cartelle di cui è composto il nostro testo, basta considerare il numero totale di battute e dividere per 1.800 (se questa è la misura della cartella editoriale data) o per 2000. Ad esempio, 11.000 battute equivale a circa 6 cartelle editoriali standard. Ad ogni modo, per impostare in modo comodo una pagina a video, proviamo semplicemente a selezionare un carattere standard (Times New Roman o Arial vanno benissimo) – corpo 12 – interlinea 1,5 – allineamento giustificato: già questi pochi accorgimenti ci permetteranno di avere un testo più ordinato. Meglio ancora se impostiamo gli stili, potendo così controllare anche le differenze fra corpo testo e titoli.
Indicazioni di massima
Il numero di cartelle può essere un buon indice orientativo (ma non normativo in senso stretto) per la classificazione del tipo di testo, così come, anche, il numero di parole.
Suddivisione in base al numero di cartelle:
Suddivisione in base al numero di pagine:
Infine riportiamo un ottimo documento di Oblique Studio, di Roma, che offre un’interessante esempio di spazi, proporzioni e grandezze, perché: «Se manipoliamo queste e altre variabili possiamo verificare i modi in cui le parole – sempre le stesse –si distribuisce all’interno delle diverse gabbie e come varia il numero di battute per pagina.»
Ecco il documento in libera consultazione: Le misure del libro.
Quanto deve essere lungo un romanzo per essere accettata da una casa editrice
Ciao Francesco,
dipende dalla casa editrice e dal genere narrativo, come dal target di riferimento. Se poi sei un esordiente le CE preferiscono romanzi brevi, tra le 100 e le 200 pagine.
Scusami il ritardo nella risposta, ma il sistema era bloccato.
Buona scrittura!
Buongiorno, vorrei tanto scrivere un libro, che sulla base della mia esperienza, trasferisca ai nuovi professionisti un nuovo e più proficuo approccio alla professione.
Non vorrei scrivere testi pesanti e noiosi, piuttosto un tipo di testo da consultare con estrema semplicità, come fosse un prontuario. Non ho idea però di quale sia il numero minimo di parole da scrivere.
Grazie
Buongiorno Andrea, ci scusiamo per il ritardo nella risposta, ma il sistema era bloccato e non ha avvisato.
Direi che per un buon prontuario direi che una cinquantina di cartelle sia un buon numero, in modo da tenerlo agile e fruibile. Conti che 50.000 parole sono circa 170 pagine.
Buona giornata!