Medicina Narrativa – La narrativa come percorso medico
[…]
Una relazione medico-paziente improntata al riconoscimento di questa maggiore centralità del malato è, dunque, indispensabile per costruire un’alleanza terapeutica vera, riducendo l’abbandono o la non aderenza alla terapia prescritta. Le indicazioni cliniche del medico si fondano su conoscenze scientifiche, ma perché si possano trasformare in comportamenti agiti è, infatti, necessaria la collaborazione del paziente: occorre, cioè, che tali indicazioni siano comprensibili, accettabili e praticabili nella vita quotidiana (M. T. Mechi, L’influsso sulla qualità delle cure, Salute e Territorio, n. 176 – 2009).
Ed è qui che entra in gioco la Medicina Narrativa: in assenza di una narrazione da parte del malato, il medico non ha elementi per affrontare queste componenti essenziali, legate appunto al vissuto e alla soggettività del paziente, e costruire, di conseguenza, un’efficace alleanza terapeutica. (M. T. Mechi, L’influsso sulla qualità delle cure, Salute e Territorio, n. 176 – 2009).
“Le esperienze, raccontate fuori dalle strettoie di questionari o interviste, offrono un’occasione preziosa per contestualizzare i dati clinici, i bisogni, le domande di salute […].” (G. Marsico, La promozione della partecipazione, Salute e Territorio, n. 176 – 2009).
“La narrazione delle storie è la componente qualitativa e personalizzante delle epidemiologie: quella che rende “abitate” le tabelle, invita-obbliga a guardare al di là dei numeri, ri-stabilisce un rapporto personale e responsabile tra le conoscenze basate sulla Evidence Based Madecine (EBM) e le persone che ne possono essere destinatarie, fa degli operatori (sanitari) non più solo degli spettatori-esecutori, ma coloro che si prendono cura[…].” (G. Tognoni, Aneddoti, blob, storie e persone. La narrazione come priorità infermieristica?, Assistenza infermieristica e ricerca, 2005, 24 (3), p. 112).
Raccogliere storie significa costruire spazi che restituiscano voce, parola, dignità al malato, e con esse favorire la partecipazione. L’ascolto genera possibilità nuove, perché le persone hanno in loro stesse risorse interiori per affrontare e gestire in modo proattivo e non passivo l’esperienza di malattia: agevolare l’ascolto significa stimolare la partecipazione attiva, il cosiddetto empowerment. E, da ultimo, questo consente la costruzione di percorsi di cura e assistenza davvero condivisi e, di conseguenza, efficaci.
In sintesi, da un’analisi della letteratura a disposizione (a cura di S. Polvani, Educazione alla Salute, ASL Firenze, membro del Comitato Scientifico del Laboratorio Sperimentale di Medicina Narrativa, parte dell’iniziativa Viverla Tutta), i vantaggi della Medicina Narrativa possono essere complessivamente riassumibili nei seguenti*:
- Migliora le relazioni tra paziente, famiglia, medici e personale sanitario (Fins J, Guest Rs, Acres Ca., 2000)
- Favorisce una diagnosi più approfondita (Byron J.Good, 1999)
- Migliora la strategia curativa (Zannini Lucia, 2008)
- Riduce la sofferenza (Cepeda Ms, Chapman Cr, Miranda N, Sanchez R, Rodriguez Ch, Restrepo Ae, Ferrer Lm, Linares Ra, Carr Db., 2008)
- Favorisce una migliore aderenza alla terapia (Vermeire E., Hearnshaw H., Van Royen P, 2001)
- Verifica e permette un feedback ampio sull’aderenza e la funzionalità della terapia (Greenhalgh T, Chowdhury M, Wood Gw., 2006)
- Migliora la qualità del servizio, reale e percepita (Giarelli Guido, 2005)
- Aiuta e consolida le scelte (Gordon D, Peruselli C., 2001)
- Fornisce materiale utile da analizzare per nuove strategie di cura (Engblom M, Alexanderson K, Rudebeck Ce., 2009)
- Favorisce la formazione di comunità che aiutano il paziente a livello sociale, psicologico, etc. (Greenhalgh T., 2009)
- Offre benefici per i malati cronici (Greenhalgh T., 2009)
[fonte Viverla tutta: Medicina narrativa]