La sceneggiatura come palestra per scrittori

Nella sceneggiatura le immagini e le parole s’incontrano, la scrittura diventa visiva, meno articolata e più immediata, e il dialogo (che non è più quello teatrale, ma lo ricorda) domina. Il personaggio diventa subito cruciale, non ci sono quasi mai ampie introduzioni, e prende forma in modo che anche un attore possa impersonarlo, dandogli le tre dimensioni della realtà. Una sceneggiatura non può quasi essere letta, se non dagli addetti ai lavori o da chi la studia per impararne la tecnica compositiva, tuttavia può insegnare molto a chi vuole scrivere, perché è un confronto costante fra parole e immagini e costringe un autore a misurarsi con l’immediatezza del messaggio.

L’UMILTÀ DEL LAVORO DI SERVIZIO

La sceneggiatura è spesso un “testo di servizio al servizio” degli addetti ai lavori: «Questa mancanza di autonomia ne ha fatto un testo che, di per sé, è stato spesso lasciato al margine degli studi, e che la filologia non ha se non raramente assistito. Di molti film non è dato trovare con facilità la sceneggiatura pubblicata, anche per le naturali vicende di un testo visto come testo di servizio che, non raramente, subisce metamorfosi non volute quando passa dal tavolo dello sceneggiatore al set. E capita di trovare sceneggiature desunte dal film che sono alle volte anche notevolmente diverse da quelle che il suo autore ha consegnato ai committenti. E ciò anche in presenza di autori conclamati o di film concepiti con intenti d’arte e non meramente commerciali» (Quaderni di sceneggiatura 4, EUT Edizioni Università di Trieste).

 

ESEMPIO DI SCENEGGIATURA

TAPPE CHIAVE

La stesura di una sceneggiatura richiede un percorso a tappe che implica un lavoro preciso sul progetto narrativo. Queste tappe possono variare in base allo stile e al flusso creativo dell’autore, ma esistono:

  • Soggetto: breve scritto (1/20 pagine) che riassume gli eventi e gli elementi fondamentali della storia (personaggi, ambientazione, accenno di dialoghi).
  • Scaletta: prima articolazione della struttura, una sorta di elenco dove vengono descritte le varie sequenze in modo molto sintetico.
  • Trattamento: un lungo racconto che sviluppa il soggetto secondo la struttura ideata in scaletta.

La sceneggiatura, che scaturisce da questo percorso, deve essere scritta in modo comprensibile, non contano, dunque, i preziosismi e lirismi, bensì la chiarezza e l’immediatezza del messaggio. Andrebbero banditi gli aggettivi e gli avverbi (almeno gli eccessi), le astrazioni, le descrizioni prolisse in favore di messaggi chiari, questo perché chi poi lavorerà sul testo (attori, regista, direttore della fotografia…) ha bisogno di informazioni chiare per realizzare il film.  Quel che conta non è ciò che si voleva dire, ma quel che viene effettivamente detto. Apprendere le tecniche per scrivere una sceneggiatura può essere molto utile a chi scrive narrativa, perché è una palestra che allena a evitare punti che risultano inspiegabili o oscuri, oppure contraddizioni interne, iperdescrittivismo, dialoghi inconsistenti, sovrabbondanze di ogni tipo. Oltre a questo, aiuta ad acquisire una certa progressione di lavoro, partendo dall’idea e sviluppando il progetto a tappe.

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2 thoughts on “La sceneggiatura come palestra per scrittori

  1. Stra d’accordo. Articolo ben fatto. Scrivo (quasi per diletto) e ultimamente mi sono cimentato con una sceneggiatura. Alla luce di questa nuova esperienza riscriverei i miei romanzi con un taglio molto più diretto e semplice.

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