Registri linguistici

La corretta formazione della frase in italiano standard e i registri linguistici

L’italiano è una lingua ricca di sfumature e regole che guidano la corretta formazione della frase. La grammatica italiana, spesso considerata complessa, è tuttavia essenziale per esprimere idee in modo chiaro ed efficace e non è possibile prescindere dalle regole anche nel caso si voglia cambiare in virtù di una personalizzazione dello stile. Ci sono vari fattori di cui tenere conto, soprattutto che la lingua italiana nel contesto odierno si trova in una condizione decisamente differente da quella che è prevalsa dalle origini fino al Novecento. Pensiamo per esempio al fatto che i dialetti siano stati “ridotti” a lingue “minori” dalla diffusione della lingua nazionale operata dalla scuola e dall’avvento della televisione. Ciò ha contribuito a ad avvicinare la lingua parlata, e spesso dialettale o idiolettica, e la lingua lingua scritta o l’italiano letterario. Chiunque può accorgersi che i “libri più datati” sono scritti in modo diverso da quelli contemporanei, la lingua cambia, non è fissa nel tempo, si modifica come un organismo soggetto alle mutazioni sociale, alle mode, alle esigenze dei parlanti, anche se spesso questa “mutazione” oggi è diventata una “regressione” e ha significato un drammatico impoverimento delle opere di narrativa, perché la lingua esprime anche dei contenuti.

I FONDAMENTALI DELLA FRASE

La frase italiana standard segue una struttura tipica: soggetto, verbo, complementi. La concordanza tra genere e numero tra soggetto e verbo è fondamentale. Ad esempio, “Il cane corre” è corretto, mentre “Il cane corrono” è errato. Inoltre, i complementi, che possono essere di vario tipo, vanno posizionati secondo regole specifiche per garantire chiarezza e coerenza. La punteggiatura svolge un ruolo cruciale nella corretta formazione della frase, per cui l’uso di virgole, punti e altri segni di interpunzione determina il significato e la fluidità del testo. Lo ripetiamo, determina il significato, ragion per cui va bene sperimentare con la punteggiatura, ma stando attenti a non inficiare la comprensione.

REGISTRO ALTO VS REGISTRO COLLOQUIALE

Quando si parla di narrativa, il registro linguistico assume spesso connotazioni differenti. Il registro alto è più formale e adatto a contesti ufficiali, letterari o accademici. Il registro colloquiale, invece, è più informale e si adatta alle conversazioni quotidiane.

Registro alto
L’attenzione alla correttezza grammaticale è massima. Le frasi sono strutturate in modo complesso, con l’uso di vocabolario ricercato e termini specifici. Ad esempio: «L’eroe imperturbabile perseguì con tenacia l’arduo obiettivo» è una frase che riflette il registro alto.

Registro colloquiale
Tende a semplificare la struttura delle frasi. L’uso di espressioni comuni e una maggiore flessibilità grammaticale sono caratteristiche distintive: «L’eroe andò avanti senza pensarci troppo» rappresenta un’espressione più colloquiale e informale.

CONFRONTO NEI CONTESTI NARRATIVI

Il mestiere dello scrittore è fatto di scelte e nel contesto narrativo, la scelta tra registro alto e colloquiale dipende spesso dal tono e dall’atmosfera che si vuole creare. In un romanzo storico, ad esempio, il registro alto può conferire un tocco di eleganza e autenticità; al contrario, in una storia contemporanea e in qualche modo vicina a istanze più intime e introspettive, l’uso del registro informale può rendere i personaggi più intimi al lettore. Però è importante sempre considerare che entrambi i registri hanno il loro spazio e la loro funzione e non andrebbero scelti solo in base a uno stile predefinito, quella del registro linguistico è una scelta strutturale e condiziona il rapporto che il lettore avrà con la storia.

QUANTI REGISTRI LINGUISTICI?

La narrativa può beneficiare di una varietà di registri linguistici per creare diverse atmosfere e caratterizzare meglio le situazioni e i personaggi. Quindi, se la corretta formazione della frase in italiano standard è essenziale per comunicare chiaramente e in modo efficace, la scelta tra registro alto e colloquiale, e dunque di come utilizzare la costruzione standard della lingua, aggiunge un ulteriore livello di sfumature, permettendo agli autori di creare opere più ricche e versatili. La consapevolezza di questi registri arricchisce la comprensione della lingua italiana e delle sue potenzialità espressive; in definitiva è il mestiere di scrivere.

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vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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