Posto che la maggior parte degli scrittori beneficia enormemente della collaborazione con altri autori e lettori, nessuno accetta delle critiche con facilità, nessuno affronta con leggerezza una revisione o una correzione, e non importa che l’ambito sia quello professionale o amatoriale: la critica di altri può diventare un ostacolo e può richiedere un’elaborazione lunga e faticosa:
Il concetto di “permalosità” è comunemente associato a chi non accetta le critiche. In inglese, questa caratteristica è descritta come “thin-skinned“, cioè una persona facilmente ferita o offesa da critiche o commenti negativi (in modo metaforico, come se avesse una “pelle sottile”). Tuttavia, la sensibilità alle critiche non è una caratteristica specifica di una particolare personalità, ma si manifesta in individui con vari profili psicologici, ciascuno con le proprie motivazioni. [Fonte]
Se poi si tratta di scrittura, questa elaborazione può diventare particolarmente complessa e ciò è dovuto a fattori sia emotivi che psicologici. Siamo umani, la scrittura è una forma umana di arte, soprattutto ci permette di intrecciare relazioni, con noi stessi e con altri; le critiche possono addirittura inficiare queste relazioni, facendoci perdere fiducia in noi stessi e nell’aiuto (giudizio) esterno.
In psicologia, le aspettative irrealistiche si riferiscono a speranze, credenze o previsioni non realisticamente ottenibili o raggiungibili, considerati i limiti esistenti, le risorse disponibili, le capacità personali o le semplici circostanze ambientali, e quando creano uno squilibrio tra ciò che una persona si aspetta e ciò che è effettivamente possibile realizzare diventano una fonte di stress e ansia:
Il termine aspettativa deriva dalla parola latina “expectare” e significa “aspettare”: come suggerisce la sua etimologia, l’aspettativa può quindi essere definita come l’attesa del verificarsi di qualcosa, una previsione volta a farci orientare nel futuro. Le aspettative si configurano come la propensione umana a proiettare convinzioni, pensieri e percezioni riguardanti una specifica circostanza o una persona. Rappresentano una forma di valutazione personale finalizzata a fornire un’anticipazione di comportamenti o eventi futuri. Possono essere dirette verso noi stessi o verso gli altri, delineando un quadro mentale di ciò che potrebbe accadere. Possono contemplare una vasta gamma di situazioni, da esperienze personali a relazioni interpersonali, da viaggi a obiettivi prefissati. [Fonte]
Nel mondo della scrittura, le aspettative irrealistiche sono spesso legate alla scarsa consapevolezza, da parte di chi scrive, delle proprie capacità (e del tempo necessario a migliorarle), ma anche delle normali dinamiche del mercato editoriale. La pretesa di successo immediato, per esempio con la pubblicazione del primo libro con un grande editore, può portare a una forte delusione; è inutile dire che il percorso editoriale spesso richiede tempo, pazienza e il superamento di numerosi rifiuti da parte di editori e anche lettori. Anche cercare di ottenere il romanzo perfetto al primo tentativo è un’aspettativa assolutamente irrealistica, perché in genere la scrittura è un processo che richiede molteplici bozze e revisioni, inoltre la creatività non è quasi mai lineare e include periodi di stallo e passi indietro.
Leggendo in chiave positiva un commento non del tutto favorevole è possibile imparare a potenziare la scrittura, elevandone la qualità, ma questo “rifiuto” (perché spesso viene vissuto come tale) va gestito, accogliendo le emozioni degli altri senza pregiudizi, senza opposizioni eccessive e senza voler a tutti i costi vedere nella critica “un’intenzione di offesa”:
In termini psicologici, la paura del rifiuto o sensibilità al rifiuto è una disposizione della persona. E’ assimilabile a un tratto di personalità, che si manifesta con una aspettativa ansiosa e persistente di essere rifiutati. Prevede una ipersensibilità a percepire il rifiuto nel momento stesso in cui avviene e con reazioni emotive intense in seguito all’evento (Downey & Feldman, 1996). [fonte]
E, poi, bisogna operare un certo discernimento, perché non tutte le critiche sono utili o pertinenti, è importante saper distinguere quelle costruttive da quelle infondate. Se una critica non è chiara, chiedere ulteriori spiegazioni può aiutare a comprendere meglio i punti di vista altrui e a coglierne le reali intenzioni. Infine, applicare concretamente le critiche ricevute è il passo più importante, non solo per migliorarsi come autori, ma per imparare a rapportarsi ai “fallimenti” evitando tanto chiusure emotive quanto rinunce dolorose e immotivate.