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Professione scrittore: la sinossi

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Si scrive con il cuore, si corregge con il cervello, pare dicesse Ernest Hemingway; se questo vale per i romanzi, i racconti e i testi in genere, a maggior ragione ha la massima importanza per tutti quei documenti che servono ad accompagnare il manoscritto nelle mani dell’editore – quando viene inviato per la prima valutazione – e nelle mani dei lettori – quando delle semplici indicazioni sulla trama e sul contenuto possono fare la differenza tra acquisto e scaffale.

Prima di tutto la sinossi è il compendio (la breve sintesi) di un’opera e  permette di coglierne temi e genere; e spiegare la trama, finale compreso (senza eccedere nei dettagli); non è un semplice riassunto, non è uno schema freddo, non è l’elenco dei personaggi che appaiono nel romanzo.

Non esiste una regola categorica e univoca per la redazione della sinossi, anzi, ogni casa editrice ha le sue precise direttive in merito ed è sempre bene che l’autore si informi  prima di inviare il manoscritto per la valutazione. Ci sono editori che chiedono sinossi di almeno due cartelle (facciate/pagine); ed altri che vogliono massimo venti righe. Sicuramente non è facile riuscire a far rientrare in così poco spazio l’intreccio, l’ambientazione e la capacità di descrizione dei personaggi; tuttavia un bravo scrittore deve riuscire a interessare l’editore (e i potenziali lettori) anche con poco; dunque è un ottimo banco di prova.

Rischi da evitare

1. Eccessiva lunghezza e prolissità

Chi legge e valuta una sinossi ha bisogno di cogliere velocemente il contenuto dell’opera e stabilire se possa ottenere un’efficace pubblicazione e se possa rientrare nella politica delle varie collane e via dicendo.  A volte, se la struttura dell’opera è particolarmente complessa, può essere utile una griglia con  una sintesi individuale dei capitoli.

2. Omettere il finale

A volte, nell’ottica di preservare la suspance, l’autore tende a omettere il finale, ma l’editore ne ha bisogno per valutare il testo nella sua interezza, e dunque, meglio inserirlo, senza eccedere nei dettagli, per dare a chi valuta la possibilità di inquadrare l’opera nel senso più compiuto possibile.

3. i dati personali

Qualora vi sia una lettera di presentazione, non è necessario inserire i dati personali anche nella sinossi.

In conclusione, una buona sinossi non è semplicemente un riassunto, uno schema, o un trailer cinematografico: deve dare un assaggio delle doti dello scrittore; deve sintetizzare la trama (finale compreso) e deve creare aspettative. Un lavoro non facile, ma fondamentale.

vania

Vania Russo è scrittrice, valutatore editoriale di manoscritti, editor e docente di corsi di scrittura creativa e narratologia. Dal 2008 segue diversi stage, master e corsi di narratologia e laboratori teatrali. Si specializza in laboratori di narratologia e si forma quale lettore editoriale ed editor professionista presso la Scuola Dumas, docente Mario Arturo Iannaccone. Collabora con diverse Associazioni Culturali e Case Editrici in qualità di correttore bozze ed editor. Partecipa a diversi concorsi letterari con il gruppo di scrittori Ludici Scriptores. È presidente dell’Associazione Storico Culturale Lidenbrock, della quale dirige la rivista letteraria insieme allo storico saggista Mario Arturo Iannaccone. Ha pubblicato, oltre ai romanzi, il Manuale di scrittura creativa – Con esempi, esercizi, approfondimenti e Scrivere con stile – Manuale avanzato di scrittura con esempi, esercizi, approfondimenti, editi da Panda Edizioni.

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